19 aprile 2024
Aggiornato 21:00
Storia e Cultura

«Medio Evo? Quante falsità in giro»

Sabato il professor Alessandro Barbero presenterà in città il suo ultimo libro. «Ius primae noctis? Mai esitito...»

BIELLA - Storico e scrittore. Alessandro Barbero ha, tra le sue doti più apprezzate da studenti e lettori, quella di essere uno straordinario comunicatore. Ed è forse per questo che ogni anno, all’importante festival culturale di Sarzana, gli organizzatori lo «costringono» a tenere almeno tre o quattro lezioni-incontri con il pubblico, sugli argomenti più diversi… Barbero sabato sarà a Biella, per presentare il suo ultimo libro: «Donne, madonne, mercanti e cavalieri. Sei storie medievali». Ma il pubblico che si presenterà alla libreria Feltrinelli, dalle ore 17, potrà ascoltarlo su diversi temi a lui cari, tra cui battaglie e guerre nella storia delle civiltà. Barbero (docente all’Università del Piemonte Orientale di Vercelli) è autore di numerosi saggi divulgativi sul Medio Evo e su temi riguardanti differenti periodi storici, come le invasioni barbariche nell’Impero romano e la battaglia di Waterloo. Oltre ai saggi è noto per gli interventi televisivi nella trasmissione di divulgazione scientifica «Superquark».

- Professore, quanto sappiamo davvero del Medio Evo, noi contemporanei?
Poco.

- In che senso?
Nel senso che abbiamo una lunga serie di luoghi comuni ai quali non sappiamo e vogliamo rinunciare.

- Qualche esempio?
Che all’epoca tutti fossero convinti che la terra fosse piatta, che all’approssimarsi dell’anno mille si aspettassero la fine del mondo e l’esistenza dello «ius primae noctis».

- Vuole dire che era tutto falso?
Praticamente sì.

- Allora il Medio Evo non è stato tutto come ce lo ha mostrato «Il nome della rosa»
Direi proprio di no. L’immagine oscura che determinati film e certe opere divulgative hanno dato, è sbagliata. Spesso costruita quasi a tavolino. Si tratta di etichette negative e un po’ romantiche dure a morire nell’immaginario collettivo.

- E un Medio Evo come momento storico in cui la religione è fondamentale, è un altro luogo comune?
No. Però ci si deve capire. Tutti erano credenti. C’era senza dubbio un profondo senso religioso. Ma non ossequioso come possiamo immaginare noi. Erano infatti possibili critiche e prese di posizione contrarie alla Chiesa ufficiale. Il che poteva essere pericoloso ma non impossibile, come avverrà nei secoli successivi con l’Inquisizione.

- Leggendo il suo libro si scopre di una disillusione verso la politica, che pare la stessa dei cittadini di oggi nei confronti dei propri rappresentanti istituzionali.
In parte. Ma bisogna fare attenzione. L’esperienza dei Comuni italiani è stata straordinaria. In un’epoca in cui comandavano, altrove, imperatori e re, ci troviamo di fronte ad esempi di «governo popolare» e di «governo allargato», dove esistono commissioni e riunioni di cittadini per ogni singolo aspetto della vita comune e comunale… Fatti eccezionali. Dopodiché, è vero, uno dei protagonisti del libro riscontra il prevalere degli interessi particolari rispetto al bene collettivo. Inoltre sempre il nostro protagonista critica la faziosità delle parti, un elemento molto contemporaneo.

- A volte nei suoi scritti fa cenno alla guerra come, paradossale, motore di crescita di determinate società… E’ così?
In una battuta: il sistema di Internet è nato per rispondere ad un’esigenza militare.

- E’ vero che non esistevano cure mediche, nel Medio Evo?
No. Esistevano. Diciamo che gli studi attuali dimostrano che i sistemi di cura adottati allora erano praticamente ininfluenti rispetto alle patologie in essere. Però c’erano medici affermati e scuole o tradizioni blasonate.

- Per tutti?
I ricchi potevano accedere a questi, presunti, rimedi. Mentre le classi povere no.

- Cioè la maggioranza della popolazione…
Calma. Va tenuto conto che nel Medio Evo non si moriva di fame e di stenti, come siamo portati a credere, sempre e dovunque. C’erano carestie e difficoltà legate ad una vita legata all’agricoltura. Ma la carne si mangiava. Magari non tutti i giorni, ma più di una volta la settimana quasi ovunque.

- Insomma abbiamo proprio un’idea distorta del secoli passati…
Direi un’idea inventata, cui però si è affezionati.