25 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Basket & Memoria

«Dormono sulla collina», i nostri morti

Il ricordo di giovani e meno giovani «andati avanti». Lutti collettivi, sogni spezzati, storie che hanno scandito momenti tristissimi della città e dello sport Biellese.

BIELLA - «Dormono sulla collina». Tutti. E ci guardano, forse. Giocare, ma non solo. Lo sport e il basket sono l’essenza della vita. Muscoli. Sangue. Energia. Buoni per correre e per saltare. Ogni comunità ha i suoi morti, più o meno famosi, più o meno importanti. Ma tutti sono da ricordare e da celebrare. Si tratta di lutti collettivi, di sogni spezzati, di storie che hanno scandito momenti tristissimi della città e dello sport biellese.

Una curva tutta per lui
Non è un caso se il gruppo dei «Dannati» e il popolo della curva rossoblù ha dedicato la propria casa sportiva, al Forum, alla memoria di Paolo Barlera. L’atleta nel novembre 2000 scoprì il «linfoma di Hodgkin», ed iniziò la sua battaglia contro il cancro. Per due stagioni fu in Pallacanestro Biella, in Serie A (dal 2006 al 2008) ritagliandosi un ruolo sempre più importante nella squadra rossoblù. Disse addio ai canestri e alla vita, il 17 dicembre 2009 all’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Aveva 27 anni.

Un mazzo di fiori e una preghiera
Ma non s’è pianto solo per lui, nel Biellese. Un gruppo di ragazzi ogni anno, ad ottobre, va a deporre un mazzo di fiori e, forse, a recitare una preghiera, alla memoria di Andrea De Luca. Il ragazzo (aveva 18 anni) morì in un incidente stradale a Bornasco, in valle Elvo, nel 2000. La sua tomba è nel quartiere cittadino di Chiavazza. Era un playmaker grintoso e intelligente, forse con un futuro importante, giocava nella Cestistica, dove il padre Michele è oggi un apprezzato dirigente.

"Ed" l'indimenticabile
Indimenticato e indimenticabile il ricordo di Edward Volquez Jimenez, detto «Ed», ragazzo caraibico scomparso a soli 32 anni, nel 2010, per un infarto, mentre lavorava in fabbrica durante un turno notturno. Viveva a Biella da diverso tempo con la famiglia. Ed era uno dei «re» dei campetti all’aperto, da quello di Vigliano a quello di Cossila San Grato. Aveva grinta e simpatia, contro cui anche diverse promesse dell’Angelico spesso dovevano arrendersi e comunque scendere a patti. A lui è dedicato un torneo estivo di «tre con tre», organizzato da amici e conoscenti.

Derby e lutti
Andando indietro nella memoria, per la generazione che giocava quando la Pallacanestro Biella era solo un sogno per uomini come Bruno Potasso (storico dirigente morto nel gennaio del 2007, che il cielo l’abbia in gloria), impossibile non citare Massimo Sisto: ragazzone dell’allora Libertas Biella, società di Promozione, che dava vita a infuocati derby contro squadre come il San Biagio alla palestra «Belletti Bona» nel corso degli anni Ottanta del secolo scorso. Un’esalazione di gas di un boiler, nel marzo del 1987, lo stroncò insieme alla fidanzata, in una baita di montagna in valle d’Aosta. Lui aveva 25 anni, la ragazza 22. In una chiesa gremita, la bara fu portata in spalla dai compagni di squadra con la tuta ufficiale della società. E poi ancora: Beppe Cagliano e Roberto Celadin.  Per loro furono organizzati per anni dei tornei estivi e serali: alla palestra «Rivetti» o in qualche oratorio, all’aperto, dove ci si batteva per supremazie cittadine oggi dimenticate. Tanto basket, qualche botta e molte lacrime insomma. Il tutto prima che l’imprenditore Savio, l’allenatore Danna e il giocatore Minessi costruissero il miracolo della rinascita cestistica sotto il Mucrone. Allora il popolo della palla a spicchi si ritrovava in questi appuntamenti. E uno degli eroi di quelle stagioni era Franco Sarselli, playmaker, deceduto proprio mentre giocava, a 50 anni, durante una partita del campionato di Prima Divisione, dove primeggiava nonostante l’età, facendo ammattire decine di ragazzini che provavano a fermarlo. Era sul campo di Saluggia, nel 2001. Stava tirando, da tre, come al solito…

Pallacanestro Biella
Atleti, uomini e cestisti «andati avanti» troppo presto, che hanno lasciato vuoti incolmabili per familiari, parenti e amici. A modo loro, ed in modo diverso, hanno contribuito a creare la comunità di chi oggi ammira i rossoblù che giocano tra i professionisti in Italia e in Europa. A questo gruppo di «caduti» da qualche giorno si è aggiunto il dirigente della Pallacanestro Biella Gabriele Fioretti. Oggi in Duomo s’è celebrato il funerale dell'autore e del costruttore della squadra che l’anno scorso vinse la Coppa Italia.

Memoria
Lasciamoli dormire sulla collina, dunque, i nostri morti. Ma non dimentichiamoli mai. E ogni «maledetta domenica» che Dio ci dà: giochiamo, lottiamo e viviamo anche per loro. Perché la vita vinca sempre.