29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Curiosità

Nascere a Ponderano. Morire a Biella

Effetti statistici del nuovo ospedale. Presa e Chiorino: «Ma nulla cambierà»

BIELLA - Si nascerà solo a Ponderano, o quasi. E si morirà solo a Biella, più o meno. Questo almeno fino a quando il nuovo ospedale «Degli Infermi» resterà nei confini del piccolo Comune della cintura del capoluogo provinciale. Il tema non è all’ordine del giorno, in ragione dell’obiettivo comune che la struttura sanitaria funzioni e da subito. Dopodiché gli amministratori verificheranno la possibilità di annettere il nosocomio al Comune di riferimento del territorio, iter burocratico non proprio tutto in discesa. Nel frattempo si nascerà, appunto, solo a Ponderano (sono pochissimi ogni anno i parti in casa) e si morirà soprattutto a Biella. Conseguenze? Da subito c’è solo un problema di personale (la Provincia presterà un dipendente).

E nel lungo periodo? Il vice-sindaco di Biella Diego Presa minimizza possibili problemi di tipo, diciamo così, statistico. «Credo che non cambierà nulla sul piano dei rilievi dell’Istat, per intenderci - spiega l’amministratore, esperto sia in ricerche storiche sia in analisi legate alle statistiche -. Perché è vero che i bambini nasceranno a Ponderano ma saranno comunque residenti dei vari Comuni di appartenenza delle famiglie. Non c’è quindi il rischio che, tra molti anni, i nostri residenti risultino drasticamente inferiori per via della collocazione dell’ospedale».

Conferma tutto anche il sindaco di Ponderano. «Noi abbiamo un registro delle nascite. Ma immediatamente dopo comunichiamo al Comune di residenza dei familiari la nascita del bimbo, che acquisisce la residente dei genitori – spiega il «primo cittadino» Elena Chiorino -. C’è molta confusione, oggi, tra i genitori che rischiano di fare documenti inutili o doppi. La presenza dell’ospedale nei nostri confini comunali non modificherà nulla in termini numerici per i diversi paesi. Certo, sulla carta d’identità i bambini appena nati avranno scritto Ponderano. Ma nulla di più. Questa materia è regolata ma leggi chiare. Si tratta di qualcosa di normale in diverse realtà italiane. Cito a memoria Como, Vicenza e mi pare anche Lecce».