29 marzo 2024
Aggiornato 05:30
Futuro

La terza rivoluzione industriale passa da Ivrea

L'eporediese Massimo Banzi, «papà» del microprocessore Arduino: il futuro della tecnologia elettronica all'Italian Innovation Day

IVREA - L’Economist lo ha definito il fautore della terza rivoluzione industriale, si chiama Massimo Banzi, pochi mesi fa è stato ricevuto con una delegazione di giovani «makers» - potremmo tradurlo in inventori e fautori del «fai da te» tecnologico - alla Casa Bianca. Dal 6 novembre il suo microprocessore «Arduino» è entrato nella collezione permanente del «MoMa» di New York tra gli «Humble Masterpieces». E, bando ai campanilismi, tutto il suo rivoluzionario progetto è nato ad una manciata di chilometri dal Biellese, a Ivrea.

Oggi, Banzi, sarà tra i relatori scelti dal primo ministro Renzi per presentare l’Italia dell’innovazione e della speranza in Europa. Nel pomeriggio Bruxelles ospita Italian Innovation Day, la giornata in cui si fanno largo le storie di successo che hanno caratterizzato il semestre europeo a guida italiana.

Il progetto Arduino è nato nel 2005 proprio nella «vecchia» capitale italiana della tecnologia, partendo dall’ideale secondo cui per essere davvero partecipi del nuovo mondo virtuale ognuno di noi dovrebbe potersi creare da solo degli oggetti elettronici di consumo, tecnologici e personalizzati. Arduino è un microprocessore. «Un piccolo computer grande come una carta di credito, che può essere programmato e diventare il cervello di prodotti innovativi - ha spiegato lo stesso Banzi in un suo recente intervento televisivo - è una «creatività da bambini»: non mi piace il mio smartphone, me ne posso costruire uno in legno, programmo Arduino, lo inserisco nel mio cellulare ed è fatta. In televisione spesso parlano di personaggi che non sopporto? Programmo la mia tv perché silenzi il volume quando vengono pronunciati i loro nomi». E via di questo passo, dal quotidiano in su: anche letteralmente. Arduino ora è in orbita con un satellite Usa, «Ardusat», che grazie al programma installato può interagire a terra, alcune classi di studenti hanno preparato dei test e attraverso il collegamento li potranno sperimentare direttamente.

Le potenzialità, si può immaginare, sono pressoché infinite: dal tostapane collegato a Internet alla pianta che ci parla via Twitter. In più l’etica aziendale scelta vuole che il progetto e la programmazione siano free, tutti scaricabili gratis per chi se la sente di «smanettare» e diventare un maker.

Accanto a Banzi «in cattedra» anche Stefano Boeri (urbanista del Bosco Verticale, il grattacielo più bello del mondo a Milano), Davide Dattoli (co-fondatore di Talent Garden), Fabiola Gianotti (direttore del Cern di Ginevra), Salvatore Giuliano (ITIS Majorana di Brindisi), Matteo Lai (co-fondatore e Ceo di Empatica, che ha creato il braccialetto per monitorare l’epilessia), Giorgio Metta (Direttore dell'iCub Facility all’Istituto Italiano di Tecnologia), Alessandra Poggiani (direttore dell’Agenzia per l’Italia Digitale), Carlo Ratti (architetto e ingegnere, la sua ruota di Copenaghen è tra le invenzioni dell'anno del Time), Chiara Tonelli (Università degli Studi Roma Tre). Ospite anche Mario Vigentini e la sua Mario Way, la rivoluzionaria carrozzina che «abbatte» le barriere architettoniche alzando i disabili. E dallo spazio videomessaggio di Samantha Cristoforetti.