27 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Istituzioni e crisi

Provincia, piange anche Torino

Mancano soldi per scuole e per pulire le strade. Come a Biella.

TORINO - Ieri a Palazzo Lascaris, insieme con il presidente del consiglio regionale Mauro Laus, il vice presidente Aldo Reschigna ha incontrato una delegazione di lavoratori dell’area metropolitana e i loro rappresentanti sindacali. Reschigna ha ribadito l’opposizione della giunta all’emendamento alla legge di stabilità presentato dal governo, che prevede la mobilità per il 30% dei lavoratori. Una situazione, quella che si è presentata a Torino, del tutto analoga alla vicenda che il Biellese vive da qualche tempo a questa parte.

«Ribadisco la preoccupazione e la forte contrarietà del presidente Chiamparino e della giunta regionale a un emendamento che pone a grave rischio la condizione di tanti lavoratori e può innescare un gioco allo scaricabarile tra diversi enti che non aiuta le soluzioni e che noi non possiamo accettare» ha spiegato Reschigna. Il vicepresidente della Regione ha ribadito le gravi difficoltà del bilancio regionale e lo sforzo da parte della giunta per ridurre «del 10-12% l’incidenza della spesa per il personale. Dal canto nostro - ha aggiunto Reschigna - siamo impegnati nella definizione, insieme con le Province e l’Area metropolitana, delle competenze delegate. Su questa base siamo pronti ad assumerci i costi delle competenze che restano a capo delle Province».

L’appello della Cgil per la Provincia di Torino denuncia una situazione che già la Provincia di Biella ha vissuto negli ultimi due anni e che si è acuita nell’ultimo semestre. Anche per la Provincia di Torino si sta oggi parlando del fatto che a breve verrà a mancare il riscaldamento per le scuole e i finanziamenti per tagliare l’erba o spalare la neve. «Chiediamo - spiegano i dipendenti in un documento - una presa di posizione politica del consiglio e della giunta regionale sulla nostra situazione e un tavolo di discussione nel quale venga affrontato il problema di dove andranno le funzioni e le persone che dovranno seguirle. Infine che venga considerata la situazione dei 22 dipendenti precari da oltre un decennio che fra pochi giorni perderanno il lavoro».