18 aprile 2024
Aggiornato 22:30
Piccole imprese

Al galoppo la tassazione sugli immobili strumentali

Studio nazionale CNA: in 36 mesi è aumentata di quasi cinque miliardi, Biella troppo cara per gli artigiani.

BIELLA - Biella «salata» per le piccole imprese, specie se si è artigiani, lo dicono gli studi dell'Osservatorio CNA, pubblicato in concomitanza con i giorni cruciali del saldo di Imu e Tasi.

Se a livello nazionale la tassazione locale sugli immobili produttivi delle imprese in soli trentasei mesi è cresciuta di 4,9 miliardi di Euro, ciò che più inquieta è come l’escalation della «spremitura» a cui sono soggetti i piccoli imprenditori si sia verificata proprio negli anni in cui più mordeva la crisi: dai 4,7 miliardi del 2011, quando era in vigore solo l’Ici, si è passati ai 9,6 miliardi di quest’anno, somma delle entrate di Imu e Tasi.

Passando dai dati globali a quelli più specifici si può tracciare un quadro di spesa medio, definito per quote di pagamento a carico di imprese artigianali e commerciali, suddiviso per zone. Qui Biella presenta alcuni primati poco lusinghieri. Un laboratorio artigianale tipo (350mq produttivi), con l'impennata di costi derivante dal passaggio ICI/IMU/TASI, tra il 2011 e il 2014 sale dai 4.075 Euro iniziali a un carico  attuale 6.167 euro, con un incremento superiore al 51%, e diventa terzo per pressione fiscale subito dopo i colleghi di Reggio Calabria, la più cara d'Italia, e  Bologna.

Se si tiene conto del complesso delle tassazioni locali, riunendo il trittico IMU-TASI -TARI il solito laboratorio artigiano nel 2014 va a spendere 7.515 Euro in totale, se può consolare 43 Euro in meno dell'anno scorso, ma comunque sempre il 40,1% rispetto al 2011. Anche qui Biella resta nella top-ten, classificandosi settima.

Va un po' meglio per i negozianti, prendendo il solito campione tipo, nella classifica relativa a  ICI/IMU/TASI Biella si  pazzia al numero 82, come a dire che c'è chi sta peggio, tuttavia l'aumento percentuale sul periodo di riferimento non è rassicurante, anche qui tocca il 51,4%, passando dai 965 Euro del 2011 agli attuali 1.461. Se si va ad aggiungere la tassazione sui rifiuti, si arriva ad un totale di 2.333 euro, con un incremento percentuale del 37,3% rispetto al 2011 quando lo stesso negozio medio pagava in tutto 1.699. Per la cronaca qui Biella e al numero 56 sulle 112 città rilevate da CNA.

Tornando un attimo ai dati nazionali emerge con chiarezza che la maggior parte dell’incremento della tassazione, come era legittimo aspettarsi, è avvenuto tra il 2011 ed il 2012 per effetto dell’introduzione dell’IMU. Tuttavia, appare altrettanto evidente che anche la tassazione sui rifiuti solidi urbani è aumentata costantemente nel triennio, sebbene a un ritmo inferiore rispetto alla tassazione che pesa sul valore catastale degli immobili (IMU+TASI).

Mai come in questo frangente i numeri non sono mera statistica, ma specchio concreto dell'economia reale e delle sue difficoltà: ora saranno da vedere le variazioni di prospettiva possibili con la nascita della «Local Tax», sulla quale CNA Biella commenta: «Purtroppo, non si conoscono ancora bene modalità e fini di questa riforma. Di certo le piccole imprese, e le famiglie, non potranno sopportare un ulteriore aumento, in qualsiasi forma mascherato, della tassazione sugli immobili né la perdita dell’attuale deducibilità totale della Tasi versata su negozi, laboratori, capannoni. Al contrario, la Cna chiede una riduzione della tassazione, attraverso, per esempio, la deducibilità totale dell’Imu dal reddito d’impresa, oggi ingiustamente limitata al 20%, un’autentica terza tassazione sugli immobili che servono a far sopravvivere le imprese».