16 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Società

Usura e povertà, rischi anche a Biella

Famiglie e imprese individuali in difficoltà monitorate dallo sportello «La Scialuppa onlus». Troppo spesso si vive sopra la proprie possibilità...

BIELLA - Le frequenti perdite di posti lavoro e le difficoltà a rispondere alla pressione fiscale, insieme ad una gestione delle risorse non proprio realistica, spingono sempre più spesso famiglie e piccole imprese dalla difficoltà economica verso il baratro nell'indigenza. Insomma il passo verso la povertà diventa davvero sempre più breve, anche in zone statisticamente ricche come il Biellese, dove secondo i dati dell'Osservatorio permanente della povertà e delle risorse lo stipendio medio di un operaio supera i 1.200 euro al mese e quello di un impiegato arriva a 1.870 euro.

C'è da verificare però in quanti in una famiglia hanno ancora un lavoro fisso, e quali spese la stessa famiglia ha sopportato nel tempo: «Il nostro target è proprio quello delle famiglie e delle piccole imprese in difficoltà – raccontano i volontari de La Scialuppa, onlus legata alla Fondazione antiusura Crt, e attiva anche a Biella con uno sportello nella sede della Camera di Commercio – spesso le due realtà ovviamente si sovrappongono e i problemi di un'impresa individuale si riversano sulla famiglia o viceversa. Ciò che abbiamo verificato a chiusura 2014 è l'aumento, purtroppo, dei casi in cui non possiamo più agire perché la situazione economica è al tracollo». Lo sportello biellese, così come tutti quelli de La Scialuppa attivi in Piemonte, offre una consulenza gratuita e chi annaspa nel far tornare i conti e saldare i debiti pregressi, occupandosi anche di fornire una garanzia gratuita per l'accensione di un credito che permetta di rimettere in sesto gli arretrati: «Noi possiamo dare una fideiussione a costo zero con le banche che sono convenzionate alla Fondazione antiusura Crt per l'80% dell'importo richiesto e per un massimo di 25.500 euro – confermano i volontari – ma nella stragrande maggioranza dei casi chi arriva allo sportello non ha i requisiti per essere garantito in nessun modo, è andato troppo avanti e si trova già nella posizione di non pagare le utenze, di avere degli arretrati ingestibili». Si capisce che da qui in poi la famiglia e l'impresa rischiano lo sfascio, e rischiano ancora di più di finire nel racket del credito a tassi usurai.

«Noi cerchiamo comunque di dare una consulenza e di trovare una via d'uscita per chi ne ha bisogno. Qui a Biella i casi sono riconducibili soprattutto alla perdita del lavoro o all'eccessiva pressione fiscale, collegate ad impegni finanziari che non si è poi riusciti a onorare, come l'acquisto in un immobile. Ma non è da tralasciare, qui come altrove, la tendenza ad abusare del credito al consumo» Spiegano gli esperti. Insomma, troppe carte di credito, troppe rateizzazioni: così nasce e prospera l'illusione di una vita al di sopra delle proprie possibilità che si mangia più d'una famiglia e d'una impresa. Già nel 2007 il 41°Rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese del Censis segnalava l'eccessivo aumento del ricorso al credito al consumo da parte degli italiani, cresciuto in un lustro del 78%. Per integrare le risorse famigliari parte in quegli anni la corsa alle carte di credito – anche revolving e prepagate - e all'acquisto a rate, che diventano la chiave d'accesso a prodotti altrimenti non ci si potrebbe permettere. Una corsa che non è ancora finita e soprattutto di cui ancora oggi si paga lo scotto: «La semplicità di accesso al credito è un'arma a doppio taglio, le persone devono imparare ad usarla. Sarebbe importante poter promuovere l'educazione alla gestione del bilancio famigliare. In troppi spendono anche ciò che non hanno» confermano dallo sportello. La Fondazione antiuscura Crt lavora anche su questo fronte, in passato a Biella ci sono stati incontri nelle scuole, a in marzo Torino ospiterà un convegno sul tema spinoso dei giovani e del gioco d'azzardo: «La dipendenza dal gioco è un argomento da non sottovalutare – spiegano i volontari de La Scialuppa – abbiamo avuto casi anche Biella, casi emblematici: il ludopatico non si palesa mai, spesso sono i famigliari a scoprirlo e a dover fronteggiare il problema».

Intanto le richieste d’aiuto arrivate nel 2014 alla Fondazione Antiusura CRT – La Scialuppa Onlus in Piemonte sono state 1.028, a fronte delle 1.165 del 2013 e le 1.227 del 2012 (il picco di 1.297 si è avuto nel 2009, secondo anno della grande crisi ancora in atto). Non ci facciamo abbagliare dalle cifre, le domande sono scese leggermente ma questo non certifica l’arretramento dell’usura al contrario, come detto prima certifica un aumento dei casi disperati, in cui dagli istituti di credito ben poco si può ottenere. Di riflesso cresce il numero di chi si rivolge alla associazioni caritatevoli che possono intervenire a fondo perduto.