29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Congiuntura manifatturiero, fine 2014 con risultati in chiaroscuro

Biella: scende di poco la produzione, cresce l'export

L'ottimismo degli imprenditori biellesi sembra aver perso un po' di smalto. Agganciare la ripresa? «Serve un'adeguata politica industriale» dice il vicepresidente Uib Emanuele Scribanti.

BIELLA - I prodotti biellesi confermano la propria eccellenza, e continuano a vendere bene all'estero, ma la produzione perde qualche colpo. Lo dicono i dati di congiuntura per l'industria relativi al IV trimestre 2014 diffusi dalla Camera di Commercio. Gli imprenditori in questo 2015 sono un po' meno ottimisti, e questo lo dice il sondaggio Uib. Insieme le due ricerche hanno in comune delle «sfumature di grigio» che lasciano ancora in bocca il sapore dell'incertezza.

I numeri della produzione scendono, appena appena (-0,4%), ma di fatto scendono, mentre a livello regionale tra ottobre e dicembre si è segnato un +2.1%. Il risultato è frutto principalmente degli andamenti negativi di filatura (-5%), Altre industrie tessili (-2,1%) e Altre industrie manifatturiere (-2,4%). Si posizionano nettamente meglio Tessitura, Finissaggi e Industrie meccaniche, tutti in saldo positivo, ma soprattutto continuano a crescere gli ordinativi dall'estero, a fronte di un mercato nazionale ancora poco propenso all'acquisto che continua la fase discendente posizionandosi ad un -2,2% di ordini: «I dati ci danno dei risultati in chiaroscuro. Se complessivamente la produzione è calata di un piccolo 0,4%, le vendite fuori confine confermano l'eccellenza e l'apprezzamento verso le produzioni tessili locali: gli ordinativi dall'estero crescono del 3,6% e il fatturato ottenuto verso i mercati internazionali registra un +2,1%. Certo il clima politico internazionale colmo di incertezze, dalla crisi ucraina all'instabilità del Medio Oriente e del bacino del Mediterraneo, non aiuta le nostre industrie e questo è un ulteriore stimolo da parte nostra a supportarle nel processo di internazionalizzazione, perché possano superare le difficoltà di alcuni mercati trovando nuovi sbocchi» dichiara Andrea Fortolan, presidente della Camera di Commercio di Biella.

Se sul fronte estero sono molti i fattori da considerare per le possibili ricadute sul manifatturiero, non è da trascurare anche il ruolo che svolgerà il Governo nei confronti dell'industria, come sottolinea il vicepresidente Uib Emanuele Scribanti: «Ampliando la prospettiva, però, ci sono elementi che potranno avere effetti positivi nel lungo periodo quali il cambio favorevole dell'euro rispetto al dollaro, la diminuzione del prezzo del petrolio e il perdurare della politica monetaria espansiva europea: tutti elementi che, se sostenuti da un'adeguata politica industriale da parte del Governo, potranno permettere alle nostre imprese di risollevarsi dalla crisi e agganciare la ripresa».

Nel frattempo, però, l'ottimismo degli imprenditori biellesi sembra aver perso un po' di smalto, i dati previsionali stilati proprio dall'Unione industriale per il I trimestre 2015 danno le principali categorie di previsione ancora in positivo, ma con una diminuzione dei saldi percentuali. Il saldo sulla produzione passa dal precedente 12,8% all'attuale 5,3%,  gli ordini totali scendono dall'8,3% al 4,3%, anche gli ordini esteri sono in forse, lo scorso trimestre metteva in campo un più che positivo 19,2%, che ora si riduce ad un saldo del +5,8. Sempre negativo il saldo sulla redditività (-5,3%) : «Le previsioni per i primi mesi del 2015 risentono del perdurare di incertezza rispetto allo scenario economico europeo e mondiale. Nel breve periodo, dunque, complessivamente le aspettative degli imprenditori peggiorano per quanto riguarda produzione e ordini esteri mentre migliorano lievemente sul fronte dell'occupazione. Va precisato che la situazione varia molto da settore a settore: ad esempio, l'industria meccanica lamenta una grave sofferenza mentre il tessile resiste» precisa Scribanti.