18 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Intervista esclusiva

«Granger il più forte e Lombardi può diventare super»

Il noto giornalista sportivo Flavio Tranquillo mercoledì a Biella, nella libreria Giovannacci, per presentare il suo ultimo libro dedicato alla pallacanestro. Presenti coach e staff rossoblù.

BIELLA - E' molto più di un libro di basket e sul basket. Perché Flavio Tranquillo in «Altro tiro, altro giro, altro regalo» ha deciso di mettere sulla carta molto più del suo immenso amore e della sua sterminata conoscenza di uomini e storie di questo sport che continua a sapere di America e di futuro. Nelle oltre duecento pagine del volume, infatti, ci sono analisi, aneddoti e ricordi del giornalista che ha girato il globo dietro un pallone a spicchi ma anche critiche, riflessioni e autodifese di un uomo sulla cresta dell'onda da oltre vent'anni tra televisioni e giornali. E questo rende speciale il libro che sarà presentato da «Giovannacci» mercoledì 1 aprile (ore 18) insieme a tecnici e dirigenti della Pallacanestro Biella. Perché non solo cosa pensa Tranquillo dell'uso massiccio del tiro da tre punti nelle squadre contemporanee o del maniacale impiego di questo o quello schema di gioco, dà un sapore speciale al testo, ricchissimo di considerazioni di questo tipo, che tanto infervorano gli appassionati. E' soprattutto la biografia dell'uomo che colpisce. La sua ammissione di essere stato troppo coinvolto in avvio di carriera rispetto ad alcune squadre e dei suoi protagonisti. Di aver amato troppo (possibile?) questo sport, portandolo a tralasciare fatti di cronaca e di storia del Paese. E via discorrendo, fino a misurarsi con un'accusa durissima che qualche addetto ai lavori gli ha mosso tempo fa. Il tutto in un racconto ricco di particolari e di ricordi (tipo la contestatissima finale Scudetto Livorno-Milano del 1989).

Perché in uno sport di squadra come il basket, l'eterna sfida che i tifosi sembrano adorare di più è tra individui? E quindi meglio Magic o Bird? Lebron o Jordan? Non ti chiedo cosa pensi, perché so che odi queste domande... Dopodiché, al tuo buon cuore...
Non è che odio queste domande, è solo che l'essenza del basket è tutt'altra. E' l'esaltazione del concetto di Squadra, anche se le squadre sono fatte di individui e alcuni sono più forti di altri. Al livello dei migliori però non è questione di "chi è più forte" ma di chi è più capace di vincere in due metà campo. A livello di cultura credo dovremmo tutti celebrare questo, non l'impresa individuale che pure fa parte di questo Gioco.

Hai iniziato ad amare questo sport da tifoso, portandoti dentro questo sentimento anche nel lavoro. Ti ha condizionato? C'è qualcosa che vorresti non aver detto o fatto?
Mille cose, ma mi sono servite poi a ripudiare un atteggiamento pregiudizievole verso le cose. Alla fine, meglio così.

C'è chi critica l'atletismo del basket di oggi, rimpiangendo un passato, forse, mitizzato. Qual è e dov'è il punto di equilibrio?
Non c'è un punto di equilibrio. Javale McGee è un atleta insensato e un giocatore di basket scarso, che infatti non vuole nessuno. Kyle Korver è un atleta normalissimo e un giocatore favoloso, e infatti fa la differenza. E' sempre la somma che fa il totale, ma oggi gli atleti sono in media migliori, per cui eccellere è più difficile. Poi ieri, oggi e domani i motivi per cui si vince sono identici.

Sei stato accusato di andare oltre il tuo ruolo di giornalista, sfiorando ambiti da agente o da dirigente... La tua risposta sta nel libro. Ma quanto ti ha fatto male?
Molto. Moltissimo. Conosco bene i miei mille difetti, ma questa è roba inventata di sana pianta su commissione. Vigliaccamente, come dimostra l'assenza di firma.

Ti ha dato o tolto di più il basket?
100 000.volte di più dato.

Dov'eri e cosa facevi il 23 maggio del 1992?
A Poltu Quatu, in Sardegna con altri giornalisti di basket. Giocavo a tennis, parlavo di scemenze e quando arrivò la notizia della strage di Capaci non trovai di meglio che continuare a parlare di scemenze. Vergogna.

Biella, chi è stato l'americano più forte che ti ricordi? Scusa, odi queste domande...
Ahahaha... Antonio Granger direi.

Una piazza piccola come quella biellese può ambire alla massima serie, oppure la crisi economica condiziona troppo le realtà provinciali?
In un sistema con tutte le cose al suo posto ci vogliono un impianto, un bacino di utenza, che può benissimo andare oltre la cinta daziaria, idee e competenza. Nessuno di questi elementi è precluso a città più piccole, Green Bay è capitale del football NFL. Già, in un sistema con tutte le cose al suo posto però...

Chi conosci e stimi di più dell'attuale rosa di coach Fabio Corbani?
Personalmente conosco Luca Infante, che mi sta molto simpatico. Il giocatore con upside mi pare Lombardi.

Bilanci in crisi, società che falliscono... Anche al basket serve più cultura della legalità?
Non è (solo) questione di legalità. Sono sicuro che ci sia mercato per fare basket professionistico in Italia. Non però in 100 e passa squadre. E non se per "professionismo" intendiamo lavorare con bilanci che non rispecchiano la realtà delle cose e in contesti che non hanno alcunché di imprenditoriale.