19 aprile 2024
Aggiornato 16:00
Grandi vini

Il Gattinara attraverso i migliori produttori

Una D.O.C.G storica della provincia di Vercelli, tra le più prestigiose in Italia, ma forse più apprezzata all'estero che in loco

GATTINARA - Le etichette sono note, e tutte quante con un grande passato, ma anche un eccellente presente. Si chiamino Anzivino, Antoniolo, Nervi o Travaglini, ma la qualità nel tempo si è stabilizzata sempre più verso l'alto per tutti, così come i prezzi, che hanno invogliato i produttori a dedicarsi sempre di più a proficue esportazioni più che al mercato interno o al relativamente basso consumo locale, specialmente per i «cru» più prestigiosi, che ormai spuntano prezzi degni dei fratelli maggiori di Langa.

NEBBIOLO - Contornata da altrettante denominazioni di prestigio come Lessona, Bramaterra, Ghemme, Boca, Sizzano o Fara, il Gattinara vanta fama e storia che si intreccia e si confronta con le denominazione sopra citate, che però appartengono geograficamente alle provincie di Biella e Novara, in un curioso puzzle che ha come fattore comune l'uva principe di queste denominazioni, il Nebbiolo del nord Piemonte, che con l'aggiunta di piccole percentuale di altri vitigni minori quali la Vespolina o la Bonarda completa l'uvaggio accettato dalla DOCG, e che nel caso specifico non potranno superare il 10 % del totale

100 ETTARI - L'estensione totale vitata si aggira appunto sui 100 ettari, distribuiti maggiormente sulle dorsali della collina che domina la cittadina del vino, lungo la riva destra del fiume Sesia, con sullo sfondo il Monte Rosa, che in parte ne caratterizza il clima e consente al Nebbiolo di queste parti di esprimersi al meglio, sfruttando le escursioni termiche, molto importanti per donare acidità e freschezza al prodotto finito.

AUSTERO -  Termine usato dai sommelier per intendere una certa «osticità» alla bevuta, nel senso che in passato, astringenza, acidità e «tannicità» erano molto più presenti durante la gioventù del vino, che si concedeva con piacere solo dopo decenni di maturazione, specialmente su i «cru» più importanti, quelli che fornivano uve che vinificate tradizionalmente -in botti molto grandi- davano vita a vini difficili da bere se non abbinati a dovere, ma negli ultimi lustri si è progredito con le tecniche di vinificazione,  riuscendo ad "ammorbidire" e arrotondare i vini, un tempo piuttosto spigolosi. Anche il fatto che oggi le migliori cantine mettano in vendita il vino solo quando questo si lascia meglio ascoltare (anche dopo parecchi anni) ha portato ancora più in alto la considerazione di questa denominazione.

ABBINAMENTI - Pur prendendo atto del grado di maggiore bevibilità raggiunta oggi, un Gattinara giovane rimane comunque un vino da non versare in un bicchiere con superficialità, perché sarà quasi sempre necessario abbinarlo con piatti che ne rispettino il carattere. Quindi, pescando dalla tradizione locale o limitrofa, andranno sicuramente bene tutti i brasati e gli stracotti che saranno stati cucinati usando lo stesso vino. Ravioli di carne, tagliatelle al ragù, lasagne, cannelloni e anche tutte le carni - anche bianche - cucinate tradizionalmente, saranno ideali compagne di tavola di un grande Gattinara.