29 marzo 2024
Aggiornato 06:00
Corruzione

Tangenti e discariche: arresti nel Messinese e nel Vercellese

Manette per l'ex senatore Pdl Lorenzo Piccioni, con interessi anche nella provincia di Biella dove ha abitato, per altri due ad della Tirreno Ambiente, Giuseppe Antonioli (già ad dell'Azienda smaltimento rifiuti area biellese, e cotitolare della Cavaglià Srl che ha costruito e gestito le discariche di Cavaglià) e Giuseppino Innocenti e per il sindaco di Mazzarà Sant'Andrea (Me), Salvatore Bucolo.

BARCELLONA POZZO DI GOTTO – Arrestati l'ex senatore Pdl Lorenzo Piccioni, imprenditore residente nel Vercellese con interessi anche nella provincia di Biella dove ha abitato durante il suo ultimo mandato a Palazzo Madama (2008-2013, a Cerreto Castello) insieme ad altri due amministratori delegati della Tirreno Ambiente Spa, Giuseppe Antonioli (già amministratore delegato dell'Azienda smaltimento rifiuti area biellese, Asrab 98-01 e cotitolare della Cavaglià Srl che ha costruito e gestito le discariche di Cavaglià in località Gerbido 96-01) e Giuseppino Innocenti e al sindaco di Mazzarà Sant'Andrea (Me), Salvatore Bucolo. L'accusa per tutti è di peculato e concussione.

DUE IN CARCERE, DUE AI DOMICILIARI - Per Innocenti e Bucolo si sono aperte le porte del carcere, mentre Antonioli e Picioni sono ai domiciliari. Le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto Danilo Maffa sono state eseguite dal nucleo di polizia Tributaria dei finanzieri di Messina, nell'ambito di un'indagine della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto.

LA DISCARICA DI MAZZARA' - Secondo le accuse gli imputati avevano messo in piedi un giro di mazzette alimentato dal mancato versamento al comune di Mazzarà della cosiddetta «tariffa di mitigazione ambientale» o equo indennizzo, una somma che viene pagata da comuni che conferiscono in discarica i propri rifiuti e che la Tirreno Ambiente avrebbe dovuto girare ogni mese all'ente comunale per il «disturbo» di ospitare una discarica sul suo territorio. Secondo gli inquirenti sarebbero rimasti in cassa della società pubblico-privata 2,8 milioni di euro, di cui 1,5 oggetto di «indebito accordo transativo» con il comune di Mazzarà. Inoltre dal 2007 al 2014 la Tirreno ha «illegittimamente rideterminato la tariffa per opere di mitigazione ambientale» non facendo arrivare nelle casse dell'ente 12,5 milioni di euro.

IL SINDACO CORROTTO - Nelle tasche del sindaco di Mazzarà, Bucolo, sono finiti più di 68mila euro in contanti per «chiudere un occhio». Per mettere in piede il sistema di tangenti il primo cittadino si è approfittato anche dell'anzianità del parroco della chiesa di S. Maria delle Grazie. A quanto si apprende al prete venivano fatte firmare richieste di contributi alla Tirreno per promuovere feste patronali e altre attività; le somme venivano depositate sul conto corrente della parrocchia per poi venire intascati da Bucolo. Gli imputati inoltre hanno distribuito fondi a pioggia ad associazioni sportive e culturali per ottenere la connivenza di soggetti pubblici che avrebbero dovuto vigilare sulla Tirreno. Eclatante è il contributo da 700mila euro alla società sportiva dilettantistica Borgo Vercelli, di cui Innocenti è stato il rappresentante legale, visti i 1300 chilometri che separano il comune piemontese dalla discarica siciliana.

SEQUESTRI PER 3,4 MILIONI DI EURO - Oltre agli arrestati, le Fiamme gialle hanno denunciato altre 6 persone, dipendenti pubblici o ex impiegati del comune di Mazzarà per abuso e omissione di atti d'ufficio. Infine gli agenti stanno eseguendo il sequestro preventivo di beni per 3,483 milioni di euro nella disponibilità finanziaria degli arrestati e di Antonio Crisafulli, altro ad della Tirreno indagato per peculato e corruzione.