25 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Territorio

Nuova cava a Cavaglià concessa a pregiudicato per reati ambientali

La Provincia di Biella ha concesso la compatibilità ambientale ventennale a un nuovo scavo da 4 milioni di metri cubi, in un'area attualmente dedicata alle coltivazioni agricole. Ad aggiudicarsi il nuovo «buco» la solita Edilcave controllata dal gruppo Bettoni Spa, di Tarcisio Bettoni condannato definitivamente per attività di gestione di rifiuti non autorizzata

CAVAGLIÀ – Ennesima cava a Cavaglià: ad agosto la Provincia di Biella ha concesso la compatibilità ambientale ventennale alla nuova cava in località Valledora, comune di Cavaglià, per uno scavo totale di 4 milioni di metri cubi, in un'area attualmente dedicata alle coltivazioni agricole. Ad aggiudicarsi il nuovo «buco» la solita Edilcave controllata dal gruppo Bettoni Spa (di Tarcisio Bettoni condannato definitivamente per reati ambientali, una discarica abusiva), che a marzo aveva ottenuto dal comune di Cavaglià l'ampliamento per 1,5 milioni di metri cubi della propria cava nel territorio comunale.

TUTTI I DUBBI DI VALLEDORA - Allora come oggi aveva protestato il gruppo ambientalista Valledora spiegando che gli scavi avrebbero fatto «aumentare i rischi già presenti di contaminazioni di falda e non solo». Secondo gli attivisti non si comprende come non si sia tenuto conto «delle gravi condizioni ambientali in cui versa l'area, dove si registra la presenza di altre cave, diverse discariche, una delle quali rilascia percolato in falda da decenni». Altro interrogativo mosso dal gruppo è come «possa essere concessa la compatibilità ambientale ad un progetto di una ditta che in un'altra cava, contigua a questa, non ha ancora eseguito il ripristino ambientale previsto, dal progetto e dall'autorizzazione comunale, procedendo a rilento con il reintegro del materiale scavato abusivamente (70.000 metri cubi) da 7 anni». Inoltre hanno ricordato dal Valledora che la cava sorgerà in un'area «in cui il Piano Territoriale provinciale prevede, dal 2010, la necessità di un'azione di riqualificazione; inoltre  la Regione Piemonte, constata l'esigenza di 'attivare processi, complessi ed integrati, di salvaguardia, valorizzazione e riqualificazione del territorio' nel documento 'Rapporto preliminare per la pianificazione dell'attività estrattiva per l'area della Valledora del 2012, che va ad aggiungersi al documento regionale del 2008, di pari tenore». Infine gli ambientalisti hanno ricordato che il progetto prevede l'estrazione di 200mila metri cubi di materiale all'anno «quando le attività edilizie private sono in grave crisi e le opere pubbliche hanno un piano di reperimento inerti apposito e quindi tale materiale estratto va ad essere commercializzato tra privati».

I REATI AMBIENTALI DI BETTONI - Come accennato Tarcisio Bettoni, amministratore unico di Edilcave, lo scorso dicembre ha visto rigettare il proprio ricorso contro la sentenza della corte di Appello di Brescia da parte della corte di Cassazione, terza sezione Penale. Secondo i supremi giudici, che hanno confermato la pena detentiva di 10 mesi e la multa da 30mila euro, Bettoni ha realizzato opere edilizie (un piazzale di 3mila metri quadri) senza permesso all'interno di un terreno della sua ditta Bettoni (in località Costa Volpino, Bg), in zona sottoposta a vincolo paesaggistico ed ambientale. Quel piazzale poi è stato riempito da rifiuti speciali non pericolosi.