20 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Solo un centinaio hanno firmato

Cerruti: la linea «lavorare meno, lavorare tutti» non convince i lavoratori

Ancora una settimana con il fiato sospeso per i dipendenti del lanificio, che nelle scorse settimane ha annunciato 60 esuberi. Ieri l'incontro fra sindacati e operai, dove Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto alle maestranze di sottoscrivere un accordo di riduzione dell'orario in cambio di minori licenziamenti è stato sostanzialmente un nulla di fatto.

BIELLA – Ancora una settimana con il fiato sospeso per i dipendenti del Lanificio Cerruti, che nelle scorse settimane ha annunciato 60 esuberi. Ieri l'incontro fra sindacati e lavoratori, dove Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto alle maestranze di sottoscrivere un accordo di riduzione dell'orario di lavoro in cambio di minori licenziamenti è stato sostanzialmente un nulla di fatto.

Poche adesioni
In un centinaio hanno apposto la loro firma alla proposta dei rappresentanti dei lavoratori che parrebbe gradita anche all'azienda, in un paio di reparti si è arrivati all'80% di adesioni, ma la maggior parte degli operai non ha aderito. In vista del prossimo incontro fra sindacati e direzione della Cerruti, che si terrà il prossimo 18 luglio, la speranza di Gloria Missaggia, segretaria Tessili Cgil, è che lo schema «lavorare meno, lavorare tutti» venga recepito da sempre più lavoratori, «in modo di poterci sedere al tavolo delle trattative con una linea chiara, condivisa e che ritengo sia la migliore e più responsabile. Per questo invito gli indecisi a venirci a trovare, anche in sede per parlarne. Capisco che ognuno ha le sue esigenze, come le famiglie monoreddito o con diversi figli, ma penso che il nostro obiettivo debba essere scongiurare i licenziamenti».

Sindacati, ammortizzatori sociali difficili da usare
Dopo l'incontro di ieri Cgil, Cisl e Uil hanno diffuso un comunicato congiunto dove hanno sottolineato che la vigente «legislazione che limita fortemente l'utilizzo degli ammortizzatori sociali». I sindacati hanno spiegato: «Unitariamente, pur riconoscendo l'utilità di una riorganizzazione della Cerruti finalizzata a rilanciare l'azienda abbiamo fin da subito concentrato lo sforzo per provare ad evitare il più possibile i licenziamenti proponendo all'azienda di ridurre l'orario di lavoro per tutti i dipendenti e per questa via evitare i licenziamenti. Ridurre l'orario di lavoro per poter lavorare tutti pensiamo sia la via migliore e più responsabile. Pensiamo che in gioco non ci siano solo i 62 licenziamenti, ma c'è il futuro di tutta la Cerruti e il lavoro di tutti. Come detto precedentemente, la nuova legge sugli ammortizzatori sociali non è più così tutelante né per i lavoratori che vengono licenziati né per coloro che pur continuando a lavorare non potrebbero utilizzare, come nel passato, nei momenti di calo produttivo la cassa integrazione. L'azienda ai tavoli si è dimostrata 'aperta' a valutare questa proposta».