29 marzo 2024
Aggiornato 09:00
Infrastrutture

Aeroporto di Cerrione venduto, Ramella: «Farlo fu un errore di chi governava allora»

Il presidente provinciale commenta la cessione delle quote dello scalo, che tanto sta facendo discutere i biellesi dopo i tanti soldi spesi per realizzarlo e tenerlo in attività (circa 60 milioni di euro): «La vendita ha permesso di evitare altri aumenti esborsi legati a probabili aumenti di capitale».

BIELLA - Il presidente provinciale Emanuele Ramella Pralungo non le manda a dire. E il tema della vendita dell'aeroporto lo prende di petto: «Rappresenta il fallimento di un'intera generazione politica, la stessa che spesso vuole dare lezioni a chi oggi lavora senza soldi. Milioni di soldi spesi in un progetto nato senza speranze e tenuto in vita per decenni solo attraverso costi per i cittadini. Sono quindi ben contento di aver contribuito a chiudere questa vicenda che, ripeto, la dice lunga su chi ha governato questo territorio per decenni. Era chiaro già negli anni Settanta che lo scapo non aveva speranza, schiacciato tra Torino e Milano».

I soldi e la Provincia
«Un ente pubblico detiene una partecipata in perdita ha l'obbligo di accantonare delle somme ed immobilizzarle annualmente su ogni bilancio - aggiunge Ramella -. Le somme variano a seconda del debito e della quota azionaria che uno detiene. Nel caso di Sace tali cifre ammontavano a 75 mila euro nel 2014 e a 130 mila euro nel 2015 per un totale di 205 mila euro che avevamo dovuto sottrarre dalle risorse e vincolate. Oltre a ciò se avessimo mantenuto la liquidazione essa andava pagata dai soci e vi garantisco che costava parecchio. Si era ipotizzato 180 mila euro all'anno ad aeroporto aperto e l'obbligo di pagarlo ricadeva su tutti i soci».

Evitati altri esborsi
«Come se ciò già ciò non bastasse la vendita ha permesso di evitare altri aumenti esborsi legati a probabili aumenti di capitale (se si voleva rilanciare l'aeroporto) che negli anni sono costate all'ente una bella quantità di danaro (basti pensare che gli ultimi due sono costati oltre 500 mila euro) sottratti al territorio - ha concluso il presidente provinciale -. Quindi, non comprendere che vendere le quote societarie ha contribuito a mettere in sicurezza l'ente che presiedo e che governo e che oggi non rischia più di dover far fronte ai debiti della propria partecipata (perché il fallimento di una spa pubblica era per il territorio imbarazzante) mi pare incredibile».