20 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Cronaca biellese

Il killer Tommaso Biamonte forse già all'estero

Diverse le ipotesi investigative. 25 anni fa uccise a sangue freddo il taxista Maurizio Tropeano per poi rifugiarsi in Olanda dove fu la stessa criminalità locale a consegnarlo alla giustizia

BIELLA - Potrebbe già aver varcato il confine, diretto in Francia piuttosto che in un altro paese del Vecchio Continente, Tommaso Biamonte, il 60enne ergastolano che lo scorso fine settimana insieme ad Alessandro Covelli, suo coetaneo, non ha più fatto rientro nel carcere di Voghera dopo un permesso premio. Che i due si trovino ancora insieme non è certo; è solo una delle tante ipotesi investigative. Il nome di Biamonte è legato al Biellese per il delitto che lo portò in carcere 25 anni fa: quello del taxista Maurizio Tropeano. 

Ma chi è realmente Tommaso Biamonte?
«Un soggetto che si crede intelligente e che invece è solo furbo - spiega l'ex maresciallo dell'Arma Nicola Del Vecchio che, insieme ai colleghi Nicola Santimone e Tindaro Gullo, condusse le indagini -. Vissuto quasi sempre in galera e ai margini della società, all'epoca dell'omicidio Tropeano era molto pericoloso. Però non era un personaggio di grosso calibro e quindi non godeva di appoggi nella malavita. Per questo allora la fuga all'estero, che sono convinto si sia ripetuta». Ed effettivamente Tommaso Biamonte nel 1991 si rifugiò in Olanda, dove avviò un traffico di droga. Ma la sua presenza, nei Paesi Bassi, aveva iniziato a infastidire la criminalità locale. «Soggetti come lui - prosegue l'ex militare dell'Arma - che causavano solo danni, quando la posta in gioco era bassa, erano malvisti. Fu la sua pochezza, a tradirlo». E infatti la "dritta" su dove trovarlo arrivò dall'ambiente malavitoso olandese, deciso a liberarsene. Tramite, una donna. L'amante di un agente dell'Interpol legata alla criminalità organizzata. Adesso, si è riaperta la caccia all'uomo.