25 aprile 2024
Aggiornato 23:00
Tribunale di Biella

«Furbetti del cartellino», l'inchiesta si sgonfia

Da 33 passano a 5 i dipendenti comunali indagati per vari reati che vanno dalla truffa, al peculato e l'abuso di ufficio. Gli altri 28 hanno dimostrato la loro innocenza davanti al gip

BIELLA - Si sgonfia clamorosamente la vicenda dei «furbetti del cartellino», l'inchiesta giudiziaria che alcuni mesi fa aveva visto coinvolte ben 33 figure professionali del Comune, principalmente impiegati e dirigenti in forza a Palazzo Pella e nei magazzini di via Ivrea.

Gli sviluppi
In pratica sono state archiviate ben 28 posizioni giudiziarie. L'accusa della Procura aveva prodotto documenti (filmati compresi) dove si vedeva che queste persone si allontanavano dal posto di lavoro, senza apparenti validi motivi. Gli avvocati difensori però hanno dimostrato al giudice per le indagini preliminari che le ragioni c'erano... Svariati gli episodi smontati dai legali della difesa: un'impiegata ha dimostrato che, certo, si recava in banca durante l'orario di lavoro, ma per motivi legati ad un incarico che stava svolgendo per il Comune stesso. E ancora: l'accusa di abuso di ufficio per un impiegato, che si sarebbe recato a fare colazione con l'auto comunale, ma a sole poche centinaia di metri dalla sede di lavoro, è stata stralciata perché di gravità ritenuta irrisoria.

L'indagine
Ad aver coinvolto i carabinieri di Biella, che hanno condotto le indagini, erano state le segnalazioni di alcuni dipendenti in servizio nella sede di via Ivrea e a Palazzo Pella in via Tripoli, nell'ufficio tecnico, che denunciavano una gestione poco trasparente dell’orario di lavoro. Il sindaco Marco Cavicchioli aveva subito preso in carico la vicenda, passando poi la mano alla Procura della Repubblica, dove l'indagine è stata condotta dal pubblico ministero Ernesto Napolillo, che aveva chiuso l'inchiesta per poi trasferirsi. Restano dunque cinque le persone indagate, in una vicenda che tanto ha fatto discutere.