18 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Biella Cronaca

"Verità e bugia" in mostra all'ospedale

Una riflessione sulle cure e su se stessi, attraverso gli scatti del fotografo biellese Stefano Ceretti. L'esposizione è nell'atrio fino al 29 gennaio

BIELLA - La mostra trova spazio nelle vicinanze del bar e del pianoforte e sarà visitabile fino a martedì 29 gennaio da tutti i pazienti, gli operatori e gli avventori dell’ospedale. I soggetti ritratti sono tutti volti di persone che nei mesi scorsi si sono prestate a partecipare ad un'iniziativa molto particolare.

Le immagini per interrogare noi stessi
Nel corso del 2016, in occasione dell'organizzazione del convegno 3Bi, questi due attori si sono trovati infatti a dialogare e ragionare sul tema della verità e della bugia nella cura delle persone. Da questo confronto è venuta l'idea di coinvolgere nuovamente il fotografo biellese Stefano Ceretti in un'azione che unisca l'uso dell'immagine e la riflessione su questo tema. Quello che ne è risultata è stata un'occasione per utilizzare l'immagine per interrogare se stessi (in quanto professionisti che lavorano in sanità) e gli altri (in quanto osservatori) sul tema, che dà anche il titolo alla mostra, «verità (e bugie…) nella cura delle persone». Un bel modo per parlare di un tema complesso e sfaccettato attraverso un linguaggio inusuale.

Temi distanti fra loro o con qualcosa in comune?
Verità-bugia e salute-malattia hanno molto in comune. Per certi versi, si intersecano e risuonano fra loro, due contrapposizioni che a livello di senso comune, di comportamenti messi in atto nelle pratiche e relazioni di cura, con pazienti e colleghi, si è portati a considerare come fenomeni di segno opposto, nettamente separati tra loro e mutualmente escludentisi: dove c’è l’una non c’è l’altra. La verità viene proposta come assenza di bugia, così come il significato di bugia rimanda ad un'assenza di verità. E altrettanto dicasi per il binomio salute-malattia. Quello che questa mostra desidera sottolineare è invece una loro collocazione su un continuum, in maniera dinamica, problematizzando convinzioni e credenze che, comunemente, ci accompagnano nella quotidianità. Convinzioni e credenze che accettiamo e facciamo nostre «in automatico», per poi scoprire, in alcuni frangenti, come i due mondi, quello della verità e quello della bugia non siano poi così sempre nettamente distinguibili, distinti e distanti fra loro.

Un piccolo fotogramma di parole sulla mostra
Mettendo vicine due foto della stessa persona: da una parte mentre rivive un’esperienza di verità e dall’altra un’esperienza di bugia, cosa si è inteso fare? Praticare un gioco divertente? Una trovata un po’ bizzarra e curiosa? Sì, c’è anche questo, ma come sempre capita con un gioco si danno possibilità di scenari sorprendenti. Intanto il tema: «verità e bugia» fa subito venire in mente un’altra contrapposizione: il binomio salute-malattia.

Il senso della mostra
La mostra intende evidenziare come spesso ci approcciamo alle definizioni di verità e bugia facendo riferimento a caratteristiche naturali, oggettive e a-storiche, non mettendo in gioco le nostre attribuzioni di significato, storicamente e socialmente situate. Ciò che è vero (o anche ciò che si considera bugia) sembra che valga e vada inteso per sempre, che sia sempre quello il suo significato: oggi, così come in passato, qui e in ogni latitudine. Nella pratica, nelle nostre routine, non pensiamo che questi significati possano essere messi in discussione col variare dei contesti, delle relazioni sociali che intratteniamo. Il senso di questa mostra è allora proprio quello di mettere un po' in discussione la naturalizzazione-oggettivazione di questi significati che, a sguardi superficiali, si presentano come statici, avulsi dalle vicende, dai processi mentali, dalle narrazioni e istituzioni che li hanno prodotti.

Due volti vicini, la nostra essenza relazionale
Infine, mettendo insieme e vicini i due volti: quello della verità e quello della bugia di chi si è gentilmente prestato, si afferma in chiave artistica, in maniera implicita, penetrante e certamente sintetica, qualcosa che ha a che fare con la qualità emergente che si può ricavare ogni qualvolta si accostano fenomeni apparentemente opposti. Mettere in relazione fra loro questi due mondi consente di acquisire una visione di profondità, quella visione binoculare cara a Gregory Bateson e alla sua «ecologia della mente»): non si dice di uno e poi dell'altro mondo in maniera separata. Li si accoglie in relazione fra loro questi due mondi che proprio in virtù di ciò vengono così ad esistere, dandoci la possibilità di coglierne la loro essenza. Ancora una volta: non ri-conosciamo fenomeni isolati, avulsi da un contesto, ma solo relazioni fra fenomeni e possiamo noi stessi ri-scoprire la nostra essenza ontologicamente relazionale.