29 marzo 2024
Aggiornato 05:30
Inquinamento

Legambiente promuove l'aria di Biella

Livelli di polveri sotto entri i parametri di legge per il capoluogo provinciale. I dati pubblicati sul sito web del Comune

BIELLA - Legambiente, elaborando i dati delle centraline presenti in suolo biellese in via don Sturzo e nel cortile di villa Schneider, ha stilato il rapporto annuale. E certifica come l’aria di Biella sia, ad oggi, a norma di legge. La concentrazione di Pm10, polveri sottili derivate principalmente dal traffico automobilistico, dagli impianti di riscaldamento e dagli scarichi industriali, è infatti risultata inferiore a quella del 2015 e, in particolare, quello registrato nel 2016  è stato il terzo dato migliore dal 2009 ad oggi, secondo solo al 2014 ed al 2013.

I numeri
I dati raccolti dalle centraline, quotidianamente inviati ad Arpa Piemonte e periodicamente pubblicati sul sito web del Comune, attestano una concentrazione media di Pm10 intorno ai 19,9 microgrammi per metro cubo nella sede di via don Sturzo e ai 24,5 microgrammi a Villa Schneider. In entrambi i casi, molto al di sotto del valore soglia di 40 microgrammi di Pm10 al metro cubo di media annua imposto  dalla legge a tutela della salute.
Anche il limite dei 35 giorni annui di superamento della soglia dei 50 microgrammi di Pm10 è stato rispettato, con una media tra le rivelazioni effettuate in Villa Schneider e quelle in via Don Sturzo, di circa 26 giorni nell’ultimo anno.

Divieti
Nonostante la situazione dell’inquinamento dell’aria biellese sia al momento sotto controllo, però, Biella ha recentemente votato una delibera con la quale si è stabilito lo stop ai veicolo "Euro 2" in città,  nel caso di salita del livello di attenzione a giallo, ed anche alle "Euro 3" nel caso di allerta arancione. Ad ulteriore tutela delle condizioni ambientali, si è introdotto l’obbligo di diminuzione di un grado del riscaldamenti negli uffici pubblici.

Criticità verso la pianura Padana
A livello regionale, invece, le maggiori criticità si sono registrate nelle zone a cavallo della Pianura Padana; Biella, Cuneo e Verbania non hanno infatti registrato superamenti dei limiti imposti, mentre negli altri cinque capoluoghi piemontesi si sono registrati dati superiori a quanto permesso dalla legge. Senz’altro più grave la situazione lombarda, dove su dodici capoluoghi solo in quelli di Sondrio e lecco non sono stati registrati superamenti dei limiti.