29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
Case history

Flexo, la reginetta del packaging alimentare targata Biella

Fatturato moltiplicato in 10 anni e buone possibilità di crescita. Tra i clienti Cervo e Fiorentini. Leader in Piemonte nel settore della stampa flexografica su materiali per uso alimentare

BENNA – Si chiamano M.O.C.A. ovvero materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti, sono in pratica tutti i packaging in cui sono contenute le cose che mangiamo. L’attenzione nei confronti delle sostanze utilizzate nei cibi confezionati è salita di molto, ma è importante anche il materiale in cui vengono confezionati, regolato da una normativa piuttosto stringente. Dietro alle accattivanti e colorate confezioni di biscotti e brioche che infiliamo nei carrelli c’è un lavoro meticoloso, che viene svolto da aziende specializzate e una di queste si trova proprio a Benna. È la Flexo, realtà di piccole dimensioni ma in forte crescita.

Con Città Studi, Flexo certificata con la nuova UNI EN ISO 9001:2015
Avete presente le gallette Fiorentini pubblicizzate da un’ammiccante signora in rosso sulle reti nazionali? Oppure le più recenti confezioni dei nostrani biscotti Cervo, che hanno guadagnato in stile e sobrietà? Bene, il materiale per la confezione esce da qui, dopo essere stato sottoposto alla stampa flexografica, un procedimento adeguato all’uso alimentare, nel quale la Flexo si è specializzata, acquisendo a fine 2016 anche la certificazione del proprio Sistema di Gestione della Qualità in conformità con la nuova UNI EN ISO 9001:2015. Il traguardo raggiunto con l’ausilio di Città Studi, che ha seguito tutti gli step per la riorganizzazione aziendale, fa da garanzia sul lavoro svolto in azienda sia per il committente che per il cliente finale.

10 anni di produzione, 2milioni di fatturato e prospettive di crescita
Flexo è nata nel 2006 e nel giro di dieci anni è passata da 300mila a 2milioni di euro di fatturato. Anche per questo Città Studi, che l’ha accompagnata nel suo ultimo percorso di perfezionamento, ha deciso si presentarla come una case history, un esempio di imprenditoria in crescita, in un settore poco conosciuto nel Biellese: «Flexo è la prima realtà piemontese del settore ad avere acquisto la certificazione più recente in materia – spiega Bettina Gallia, responsabile area qualità di Città Studi - ed è l’unica ad occuparsi di stampa flexografica per alimenti nel Biellese». Nata ex-novo dieci anni fa, l’azienda occupa dieci addetti specializzati e buoni margini di ulteriore crescita: «Abbiamo una gestione snella e all’avanguardia - spiega l’amministratore delegato, Carla De Giuli – la nostra forza è soprattutto nella scelta dei materiali, nella precisione di stampa e nella capacità di servire i clienti anche su piccole commesse in tempi rapidi». Una flessibilità che ha portato in casa Flexo più di un cliente di lustro: «Fiorentini rappresenta il 35-40% della nostra produzione, ma lavoriamo anche per Biscottificio Cervo, Molino Peila, e per lo zuccherificio Figli di Pininpero- prosegue De Giuli - Ci stiamo muovendo anche sull’estero in Olanda, Spagna e con un grosso cliente in Libia».

Cliché, bobine e bustine
Il packaging alimentare deve assolvere a due funzioni: colpire l’occhio del cliente finale con immagini piacevoli ed adeguate al prodotto, e preservare il prodotto stesso. Di riflesso lo stesso deve fare Flexo con le sue bobine. Si chiamano così i cilindri di plastica e carta stampate che escono dall’azienda. Insomma bisogna stampare con precisione, sulla base di quanto chiede il cliente e rispettando i suoi standard su loghi, colori e immagini, ma non solo, bisogna stampare con macchinari e su materiali che non permettano alcuna permeabilità dell’inchiostro e alcuna contaminazione dell’alimento. Per stampare la cosa giusta e nel modo giusto, oltre ad avere i macchinari adeguati, e Flexo li ha, dal cliente vengono mandati delle prove di stampa, i cosiddetti cliché, compito dell’azienda è selezionare il materiale adatto il confezionamento e portare a termine la procedure. Le combinazioni sono molteplici, si lavora su supporti in materiale plastico (come il polietilene) e sulla carta, spesso anche accoppiati in duplice o triplice combinazione, come ad esempio polietilene con alluminio e carta. Si produce per qualsiasi confezione, dai biscotti fino alle bustine di zucchero per i bar.