28 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Economia biellese

Cerruti vende a Brandamour?

Voci insistenti di una possibile cessione del Lanificio alla Spa di Nicolò Caneparo e Matteo Tempia Valenta. Le parti in causa non commentano. E la Cgil: «Nessuna conferma ufficiale»

BIELLA – Cerruti vende? La voce si rincorre, ma il punto interrogativo resta d’obbligo. Negli ultimi giorni si parla di una trattativa per l’acquisizione dello storico lanificio da parte del gruppo emergente Brandamour, capitanato dalla coppia di intraprendenti imprenditori biellesi Matteo Tempia Valenta e Nicolò Caneparo. Il patron Nino Cerruti quest’anno festeggerà i suoi 87 anni e l’azienda negli ultimi tempi ha dovuto piegarsi ad alcune ristrutturazioni, anche sul fronte occupazionale. Quindi lo scenario prospettato dai rumors non appare così infondato.

Dal Lanificio tutto tace, anche per i sindacati
Di comunicazioni ufficiali per ora non se ne parla. Le trattative, se stanno avvenendo, avvengono nel più stretto riserbo. Da parte sua il Lanificio F.lli Cerruti non rilascia dichiarazioni in merito, né alla stampa, né per ora alle parti più in causa, vale a dire i lavoratori. Le voci hanno raggiungo in fretta anche la divisione tessile di Cgil. «Siamo stati allertati e di conseguenza abbiamo subito inoltrato all’azienda, tramite l’Unione industriale biellese, una richiesta scritta di informazioni su un possibile cambio di proprietà – spiega Gloria Missaggia, segretaria  Filctem/Cgil – la risposta è arrivata altrettanto tempestivamente, dal Lanificio non confermano nulla e sottolineano che verremo contattati se e quando ci saranno novità fondate». Insomma, nessuno si sbilancia, quindi l’unica arma per ora resta la pazienza. Quella che sicuramente stanno esercitando i 350 dipendenti di Cerruti, nell’attesa di conoscere eventuali cambiamenti nel loro futuro lavorativo.

Cerruti, brand delle star e lanificio d’eccellenza
Gli ultimi cambiamenti sono arrivati da poco, a fine 2016 sono stati formalizzati una cinquantina di esuberi, con le relative uscite che si concluderanno entro l’anno in corso. Alcune sono già avvenute, con prepensionamenti o licenziamenti volontari, altre seguiranno l’iter degli ammortizzatori sociali. Tuttavia lo stabilimento sulle sponde del Cervo continua a produrre tessuti d’eccellenza apprezzati ed invidiati nel mondo. Merito della lunga tradizione famigliare cominciata con la fondazione dell’attività nel 1881, e portata avanti negli ultimi settant’anni da Nino Cerruti, imprenditore e stilista che ha saputo imporsi con le sue creazioni nel mondo della moda, del cinema e dello sport. Da quindici anni l’attività firmata Cerruti si focalizza sulla produzione di tessuti, dopo la vendita del marchio 1881 avvenuta nel 2001.

L’ascesa di Brandamour, il gruppo dei «rilanci»
Brandamuor è un nome che s’è fatto notare parecchio nel mondo del tessile e abbigliamento, soprattutto per la scelta del gruppo di puntare sull’acquisizione ed il rilancio di alcuni marchi storici. Tutto è cominciato con l’acquisto di F.lli Ormezzano da parte di Need srl, a cui ha fatto seguito le acquisizioni di Luigi Botto e Botto Fila e il passaggio di tutto il pacchetto sotto il nome di Brandamour Spa grazie ad un aumento di capitale da 7 milioni di euro, in cui è intervenuto come partner istituzionale il fondo australiano Hermitage Investment Group, con sede a Dubai. Ciliegina sulla torta, nel settembre scorso l’acquisizione di D’Avenza, brand di lusso specializzato in sartoria maschile, che ha portato il fatturato della Spa a quota 20 milioni di euro.