19 marzo 2024
Aggiornato 05:00
Dibattiti

«Caro Corriere della sera, il Biellese non è solo macerie»

Lettera aperta del consigliere del Pd, Rasolo, dopo il servizio su Aiazzone del quotidiano milanese

BIELLA - Nei giorni scorsi il Corriere della Sera ha dedicato un ampio servizio sull'ex salone del mobile, di proprietà negli anni Ottanta di Giorgio Aiazzone. Un servizio a firma dell'inviato speciale, Marco Imarisio, che documentava il degrado del sito che si trova nel comune di Verrone (il nostro servizio). Di seguito pubblichiamo la lettera del consigliere comunale di maggioranza, a Biella, Giuseppe Rasolo. Rasolo (Pd) prende le distanze da quanto scritto dal giornalista. Ecco le sue parole.

La lettera
«Ho letto la sua inchiesta di mercoledì in cui ha riportato in auge un icona che noi biellesi conosciamo benissimo: Aiazzone. Noi autoctoni siamo cresciuti con due miti che abbiamo sommessamente creato quella della televisione, attraverso il maestro Peppo Sacchi, e l’advertising selvaggio prima maniera che imperversò sulle televisioni locali negli anni ottanta, decisamente una grave colpa. Non le nascondo che studiando a Milano, negli anni ottanta, dire che venivi da Biella era un po’ come randellarsi. E mi ricordo persino di enormi cartelloni pubblicitari di una nota marca di televisori che invitavano i clienti non proprio intelligenti (all’epoca si chiamavano GINI) a recarsi a Biella, quando si dice la pubblicità selvaggia autolesionista. E fin troppo ovvio che Aiazzone abbia rappresentato una persona e un imprenditore fuori dagli schemi, persino ieratico, ma la Biella che viene dipinta dall’articolo racconta di un territorio completamente abbandonato su se stesso". 

Non proprio così...
«La realtà non è propriamente così, abbiamo vissuto e stiamo vivendo un momento di crisi, il tessile non è più trascinante come un tempo, ma i marchi di grande valore che abbiamo qui, nella nostra provincia, tuttora persistono, da Zegna a Cerruti per finire a Piacenza. Certo ci sono capannoni vuoti, come in tutte le province del nord. E un Italia che sta cambiando, che sta modificando la propria pelle. Molte sono state le occasioni perse, ma Amazon non è una di queste (anche perché Lei mi insegna che una azienda che fa delle consegne il proprio core business, per funzionare al meglio, deve essere baricentrica e, sicuramente, il collegamento A26 e Vercelli avevano caratteristiche migliori da questo punto di vista). E allora venga, la invito a conoscere meglio la nostra città e la nostra provincia, sono certo che ci sono altre e tante belle storie utili, positive che possono essere raccontate: dalla formazione alle industrie, dall’enogastronomia allo sport. L’occasione è presto dietro l’angolo, il venti maggio ospitiamo la tappa del giro d’Italia del Centenario con arrivo a Oropa, che ancora a tanti anni di distanza celebra l’impresa di Pantani, forza e testardaggine tipiche anche del profilo genetico della nostra zona, ne tenga conto».

Il video è relativo al nostro servizio sul degrado del sito e la storia di Giorgio Aiazzone