27 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Biella

Barriere architettoniche, la mappa la disegnano gli studenti

Una settimana di lavoro degli studenti dell'istituto Gae Aulenti, in giro per la città. Collaborazione tra scuola e amministrazione comunale. L'assessore Varnero: «Segnale di fiducia per i giovani»

BIELLA - Una settimana di sole, a inizio maggio, ha consentito ai ragazzi dell'istituto Gae Aulenti di svolgere l'attività di rilievo di marciapiedi e percorsi pedonali in città: lo scopo dei sopralluoghi di ragazzi e insegnanti del corso di costruzione, ambiente e territorio è realizzare un censimento delle barriere architettoniche a Biella.

Il progetto
La collaborazione tra scuola e ufficio tecnico comunale è possibile grazie a un'intesa, sottoscritta a marzo dalla giunta, che ha fatto convergere una proposta presentata alla scuola dall'amministrazione e un progetto didattico pensato dalla scuola stessa. Questo progetto è stato presentato in una seduta della Commissione Barriere e segue il lavoro fatto dagli studenti con la progettazione di un edificio pubblico totalmente accessibile ai disabili nell'ambito di una mostra sensoriale pensata per le persone con disabilità ma di fatto aperta a tutti, promossa dall'istituto. «Dare la possibilità ai giovani di fare una prima esperienza sul campo credo sia un ottimo segnale di fiducia da parte dell'amministrazione - commenta l'assessore ai lavori pubblici Valeria Varnero - anche perché le schede predisposte verranno presentate e valutate in una prossima seduta della Commissione e successivamente verrà elaborata dagli uffici la fattibilità tecnico-economica  degli interventi proposti. In questo modo sarà possibile redigere la seconda tranche di lavori indicati nel programma triennale delle opere pubbliche».

L'educazione delle giovani generazioni
«Penso che sia importante - spiega la presidente della Commissione Barriere Claudia D'Angelo - non incentrare l'attività della commissione solo sulle opere pubbliche da fare, ma anche sull'educazione a tutti i livelli, partendo naturalmente dalle giovani generazioni. La scuola può essere un punto di riferimento positivo per sviluppare il senso di responsabilità sociale. Non si può fare inclusione senza partire dalla cultura, senza favorire un ambiente consapevole. Solo se ci si immedesima si riesce a comprendere un disagio e a far nascere empatia».