19 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Omicidio Erika Preti

Pralungo in lacrime per Erika Preti

Anche il vescovo Mana, questa mattina alla cerimonia della giovane uccisa in Sardegna. Il fidanzato Dimitri ancora unico indagato: un pazzo maniaco il responsabile

PRALUNGO - Il paese di Pralungo si è fermato questa mattina, sabato 17 giugno, per portare l'ultimo saluto a Erika Preti, la 28enne uccisa domenica scorsa con due coltellate alla gola nella villetta di San Teodoro dove si trovava in vacanza col fidanzato Dimitri Fricano. La commozione era palpabile tra gli appartenenti a una comunità che aveva visto la giovane nascere, muovere i primi passi e diventare donna. Per questo tutti hanno voluto stringersi ai familiari, annichiliti dal dolore che il vescovo di Biella, monsignor Gabriele Mana, ha provato con la sua presenza di lenire. Toccanti le parole del celebrante, don Ezio Zanotti, che ha cercato di dare conforto a chi è rimasto.

LE INDAGINI - Sul fronte delle indagini, intanto, il fidanzato Dimitri Fricano, che figura sul manifesto funebre e con cui Erika conviveva da tre anni, resta l'unico indagato per omicidio volontario. Ancora ricoverato all'ospedale di Olbia, assistito dai genitori, mantiene ferma la sua versione, quella di una rapina finita nel sangue. A sostenere la sua tesi anche gli amici biellesi che ospitavano la coppia, Alberto Recanzone e Donatella Borille, secondo i quali ad agire sarebbe stato un «pazzo maniaco». Loro, Erika e Dimitri, li conoscevano bene e non avevano mai assistito a dissidi. Anzi. Il giovane indagato viveva per la sua «Kiki», come chiamava affettuosamente la fidanzata. Dichiarazioni, queste come altre, al vaglio degli inquirenti. Adesso Erika riposa nel cimitero di Pralungo, in attesa di ottenere giustizia, «Su un tappeto di fragole», la canzone dei Modà che più amava e che è stata eseguita durante la cerimonia funebre.