29 marzo 2024
Aggiornato 09:00
Vino, storia e cultura

Il nebbiolo che non ti aspetti, sulle Colline Biellesi

La tradizione dei grandi vini rossi dal colore leggero della collina di Vigliano Biellese si perpetua al Castello di Montecavallo

VIGLIANO BIELLESE - Aralcader: non Avalon e neppure Samarcanda, ma semplicemente Clara Reda, scritto al contrario, per un vino che piuttosto che al contrario va semplicemente «oltre». Etichetta dedicata alla madre dall’attuale proprietaria: Maria Chiara Reda. Azienda Agricola Clara Reda, al Castello di Montecavallo, costruito tra il 1830 e il 1840 sulla colline biellesi; si, un vino delle colline biellesi. Ma nessuna grande sorpresa a dire il vero, perché da queste parti la tradizione non manca. Verrebbe voglia di citare il solito Veronelli anche in questo caso, che come spesso gli capitava, arrivava prima degli altri a capire il valore delle cose, compreso il vino di qualità che si è sempre fatto su queste colline. Per esempio uno Spanna di Vigliano 1964, meglio anche di un 1961, di un 1967 o di un 1970, secondo lui, prodotto qualche centinaio di metri più in là, davanti a Villa Era.

UNA VINIFICAZIONE INGEGNOSA - Dal sito dell’Azienda: «Le nostre cantine storiche hanno una stanza enorme al piano superiore, che, in passato, veniva utilizzata per asciugare le uve in modo da concentrare gli zuccheri, profumi e tannini. Era un modo di fare un vino veramente di alta qualità. Nel corso degli anni questa tradizione è stata un po' persa in quanto richiede un sacco di tempo e molta pazienza...»

UNA RARITÀ - Solo 300/500 bottiglie l’anno, a seconda di come va l’annata, spiega Andrea, e aggiunge: «la vinificazione inizia con la schiccatura a mano dei grappoli, quindi si avvia rapidamente la lentissima fermentazione al freddo dell’inverno che impreziosisce il vino di una moltitudine di aromi delicati e fini e lo rende molto elegante…»

L’UOMO DEL VINO - Andrea Manfrinati è al Castello dal 2005, cercando di migliorare anno dopo anno questo vino dal colore giustamente scarico e rarefatto, dai profumi di marasca, ciliegia sotto spirito e cannella. Questo è un vino serio che va bevuto con criterio. Sono circa 16 i gradi, ma come tutte le volte che accade di assaggiare un vino equilibrato non si avvertono, almeno sul breve periodo. Il tannino da queste parti è già docile di suo, e quindi si fonde ancor meglio in una vinificazione da uve stramature migliorandone anche la bevibilità. Un vino nobile, pieno, territoriale, equilibrato. Degno di un Castello, tornando da una giornata di caccia, attendendo che sia pronto il salmì di cinghiale con polenta.