20 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Foto e video

Rave party a Verrone, in arrivo pioggia di denunce?

Polizia e Carabinieri hanno identificato centinaia di partecipanti. Un’operazione né semplice né rapida.

VERRONE - Pioggia di denuncie a carico di molti partecipanti al «rave» della scorsa settimana? E’ questa l’ipotesi che trapela dagli ambienti delle forze dell’ordine, dopo le proteste di numerosi commercianti biellesi e le prese di posizione del sindaco Cinzia Bossi. I primi hanno fatto sentire la propria voce sottolineando come nel sito ex Aiazzone si sia svolta una festa in barba a qualsiasi regola, al contrario di quelle che devono rispettare loro tutte le sere; la seconda ha invece dichiarato che nel proprio Comune non saranno più accettati raduni non organizzati di questo tipo, soprattutto per un problema sicurezza generale.

E le forze dell’ordine?
Resta in piedi il tema delle responsabilità penali di una festa non autorizzata in uno spazio privato. Le forze dell’ordine, in questo senso, nella notte tra sabato e domenica scorsi, hanno deciso di non impedire lo svolgersi dell’evento. Ma non sono stati certo a guardare. E secondo una serie di testimonianze avrebbero effettuato diversi controlli. Ci sarebbero stati inoltre poliziotti e carabinieri che, in borghese, avrebbero filmato e fotografato decine dei giovani e meno giovani che hanno animato il rave-party. Il materiale su cui indagare ci sarebbe, insomma. Da considerare poi le persone fermate in diverse stazioni ferroviarie piemontesi, che hanno dichiarato di voler raggiungere Verrone per la festa. Tutte denunciate? Si vedrà. Certo in diversi potrebbero dover rispondere di  «invasione di terreni e di edifici» o di «danneggiamento aggravato». Sempre secondo fonti investigative, pare che polizia e carabinieri stiano confrontando il materiale raccolto per poi procedere all’identificazione dei protagonisti e quindi alle eventuali contestazioni giudiziarie. Un’operazione né semplice né rapida. Anche perché chi è stato fermato e identificato lungo la strada Trossi, a piedi o in macchina, teoricamente, non è poi detto che sia andato al rave. Stesso discorso per i giovani bloccati a Santhià. E comunque va dimostrato.

Quali danni, in un rudere?
Sul piano dei danni è difficile quantificare quanto davvero rotto e sporcato dai circa mille e cinquecento partecipanti alla festa della scorsa settimana. Quella che doveva essere la «casa del mobile» dell’imprenditore Giorgio Aiazzone è infatti un rudere abbandonato da decenni. Scritta sul muro in più o in meno, il quadro generale cambia davvero poco. Provare, o meglio vedere, per credere… E di bottiglie vuote o di immondizia, finito l’assembramento, ce n’erano ma non abbastanza da rendere peggiore lo spettacolo dentro i capannoni deserti. Certo diverse vetrate erano spaccate, come il documento pubblicato la settimana scorsa dimostra, ma risulta difficile capire se quanto rotto sia stata opera dei partecipanti al rave o di altri, in altri momenti. Nelle prossime settimane, quando gli investigatori avranno vagliato tutto il materiale in loro possesso, sarà più facile farsi un’idea di quanto davvero successo.