29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Donne e boxe

Lamagna in nazionale

La giovane Giulia ad uno stage in azzurro a Spoleto

BIELLA - Una brava ragazza, che fa a pugni. Ovviamente solo sul ring. I risultati finora sono stati buoni. Quasi ottimi. Tanto da essere stata convocata per un raduno con la Nazionale, alla fine del mese di gennaio. Destinazione Spoleto, per uno stage con il maestro Emanuele Renzini. Giulietta Lamagna è l’ennesima brava ragazza che cerca di farsi strada in una disciplina considerata per solo maschi, con determinazione e buon senso. Studia lingue al «Bona» e fa l’animatrice all’oratorio di Occhieppo Superiore ma dentro le sedici corde sogna e combatte.

Io, Giulia. «La boxe? Un modo di vivere - dice, dall’alto dei suoi 16 anni -. Ci vuole coraggio e impegno per battersi. Come in tutte le cose che poi danno soddisfazioni. Avevo sette anni e vedevo mio zio (Andrea Porretto) allenarsi al sacco. E’ nata così la passione per la boxe. A dodici ho iniziato a bazzicare la palestra. Da un paio d’anni faccio sul serio. Qualche risultato è arrivato. Ora questa convocazione. Un onore. Magari è l’occasione della svolta, di sicuro un premio per tanta fatica. Darò il meglio di me. Futuro? Non ci penso troppo. Per ora mi diverto». Giulia ha sei match all’attivo: 4 vittorie, 1 pari e 1 sconfitta. A farle fare il salto di qualità, probabilmente, la recente vittoria con la quotata Albini, atleta lombarda con alcune esperienze addirittura internazionali.

Il tecnico. «Spoleto? E’ un punto di partenza, mica d’arrivo - spiega il maestro della Boxing Club Biella, che ha sede alla Fitness Club di Ponderano, Roberto Scaglione -. Con l’Albini fu un match equilibrato dove Giulia ha dato il meglio di sé. Qualcuno si deve essere accorto dei suoi miglioramenti. Quindi la convocazione. Vedremo. La boxe femminile è in forte crescita, ma di ragazze davvero brave ce ne sono poche. Giulia deve provare ad entrare in questo gruppo ristretto di atlete nel giro azzurro. Arrivare alla Nazionale partendo da Biella è difficile. Questa e altre convocazioni in Nazionale premiano il lavoro di tanti ragazzi e istruttori. Perché non si vince da soli. E quindi tutti facciamo il tifo per lei». Obiettivo farsi vale, dunque.