18 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Via Italia

Giovannacci, quattro generazioni di «pionieri»

La famiglia di librai ha appena ristrutturato il negozio. La titolare, Vilma Giovannacci: «Resistiamo grazie agli insegnamenti degli avi. Continuo a credere in Biella e in via Italia, veri gioielli di cui spesso non ci rendiamo conto di quanto sono belli»

BIELLA - Erano dei visionari e dei pionieri. Credevano nel futuro, che un po' intravedevano, anche senza palla di cristallo. Per arrivarci percorrevano strade dure e lastricate di pericoli. Erano uomini alla Steve Jobs o alla Mark Zuckerberg, per molti versi. Al posto delle autostrade informatiche, però, passavano per la via Francigena, nei mesi privamerili o estivi. Dal Nord al centro Italia, diciamo fino a Pontremoli e dintorni, patria dei librai d'Italia. Il primo fu Giulio Giovannacci, capostipite di una dinastia che è arrivata alla quarta generazione, a Biella. Poi fu la volta di Vittorio, quindi Emanuele e oggi Elisa e Davide. All'inizio c'erano le bancarelle e la vendita ambulante, dal 1903 la libreria in via Italia, recentemente risistemata. Una storia lunga e gloriosa, che ha arricchito la città e spesso sostituito amministrazioni pubbliche senza quattrini nell'offerta culturale ai cittadini assetati di sapere. Impossibile ricordare i tanti protagonisti passati sotto il Mucrone a presentare i propri libri nel salotto della città. Tra i tanti: Andreotti, Spadolini, Eco, Biagi, Costanzo, Pansa e mille altri.

Nel nome del padre
La pesante eredità è caduta sulle spalle di Elisa e Davide nel 2009, quando il padre Emanuele è mancato. I due ragazzi però hanno avuto un'alleata d'acciaio: Vilma Giovannacci, la loro madre. «La morte di Emanuele è stata terribile - spiega -. Eravamo sposati da 35 anni. E lavoravamo insieme in negozio da quando ci eravamo conosciuti. Quindi era come se ci conoscessimo da oltre 70 di anni. Non una vita, ma due... La sua scomparsa è stata la cosa peggiore capitatami nella vita. Per un momento ho pensato anche di farmi da parte, di vendere tutto... Poi ho pensato ai miei ragazzi è ho trovato la forza di reagire. Il lavoro mi ha aiutato. Il rapporto con i clienti pure. Stare in mezzo ai libri è una medicina». Gli occhi si inumidiscono, ma la forza d'animo prevale in questa donna elegante e sobria allo stesso tempo.

Un impero
La libreria Giovannacci è stata un impero nel mondo dell'editoria italiana. Fino agli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso anche i più grandi autori italiani erano «obbligati» dalle case editrici a passare da Biella, in ragione delle vendite strabilianti che venivano assicurate. Una realtà che negli anni s'è frantumata e complicata. «Bastava che alzassi la cornetta del telefono e chiedessi questo o quell'autore... E subito mi fissavano una data...» ricordava, con amarezza, Emanuele, qualche anno fa. «Sì è proprio vero - conferma Vilma Giovannacci, 63 anni, originaria come il marito di Pontremoli, senza essere in alcun modo parente -. Oggi invece parli solo con addetti stampa, che poi tre mesi dopo vengono sostituiti e quindi ad una nuova uscita editoriale devi ricominciare da capo. Faticoso. C'è poco da fare è cambiato il mondo. Anche se Biella resta un'isola felice. Un luogo dove le persone leggono e molto. Non si spiegherebbe altrimenti il numero di librerie presenti in centro città o i tanti giornali locali editati e letti».

Storie di un altro mondo
«Tante cose sono diverse oggi - aggiunge Vilma Giovannacci -. La vita delle librerie indipendenti è diventata difficile. E non a caso siamo rimasti in pochi delle vecchie famiglie piemontesi che avevano occupato l'intera regione per anni. Una volta eravamo a Casale e a Novara. Oggi solo qui e a Vercelli. Sono arrivati i negozi di catene nazionali, le edicole, i supermercati e pure Internet. Tutti vendono libri: quindi una concorrenza durissima. Ma io continuo a credere nelle librerie e nei libri. Forse perché sto sempre in mezzo ai clienti e a queste mura che sono la mia vera casa. E perché amo leggere. Quindi anche se vedo e sento parlare di crisi, non riesco a pensare ad un mondo senza i libri cartecei. Continuo a credere in Biella e in via Italia, veri gioielli di cui spesso non ci rendiamo conto di quanto sono belli. Da qui la volontà di investire, ristrutturando il piano interrato, rendendolo più accogliente per le varie presentazioni degli autori».

Ieri. Oggi. E domani
«Sono cresciuta con i racconti degli anziani, che mi parlavano di uomini che partivano all'avventura per andare a vendere libri in giro per l'Italia. Lo facevano a dorso di mulo, magari portandosi dietro figli o nipoti di una decina d'anni, come aiutanti. Dormivano chissà dove e mangiavano chissà cosa. Non si arrendevano mai. Qualcuno ha pure rischiato grosso con le autorità fasciste, perché vendeva libri proibiti, cioè di autori di letteratura americana. Storie affascinanti, epiche, che mi fanno compagnia e mi aiutano a non lasciarmi prendere dallo sconforto quando penso a mio marito, che non c'è più. Era un uomo semplice. Un librario vero, che non si dava arie da intellettuale e che lavorava dalla mattina alla sera. Trattava il docente universitario o il ragazzino che entravano in libreria con la stessa cordialità. Forse non leggeva molto ma aveva fiuto. Sapeva informarsi e farsi consigliare dagli esperti. Ai miei figli cerco di trasmettere la sua passione. E un giorno spero di poterlo fare con un nipote». Qui sorride, la Vilma Giovannacci. Perché la storia deve continuare.