18 aprile 2024
Aggiornato 21:30
Biella, Via Italia

Da «Cigna dischi» la musica non tramonta mai

Parlano i soci dello storico negozio di via Italia: «Nell'era di Internet e dello smaterializzarsi di tutto è tornata la voglia dell'oggetto»

BIELLA - Una porta sul passato che resiste alle intemperie del mercato e delle mode. «Cigna dischi» è ancora, nonostante tutto, molto più di un semplice negozio. Negli anni Novanta del secolo scorso era addirittura un luogo di ritrovo, un punto di riferimento per giovani e meno giovani che volevano conoscere e sapere di musica e di musicisti. «Sì, è vero. Soprattutto nei fine settimana ragazzi, ma anche adulti, venivano a vedere le ultime novità uscite sul mercato, a discutere, a scambiarsi pareri e forse anche solo a toccare i dischi, a leggere i testi delle canzoni o a vedere le copertine – ricorda e racconta Elio Morino, 58 anni, sposato, con tre figli, uno dei due soci del negozio -. Era quasi un altro lavoro, da tutti i punti di vista».

IERI E OGGI – A spiegare come era e com'è il mondo legato alla vendita di cd e dischi musicali ci pensa Stefano Minola, 44 anni, socio di Morino: «I clienti sono consapevoli di quello che vogliono, spesso sono dei veri e propri esperti. Entrano con le idee chiare sui propri gusti. In questo senso il nostro ruolo s'è modificato molto nel tempo. Una volta consigliavamo ed eravamo una fonte preziosa per chi entrava nel nostro negozio. Oggi invece con molti nostri clienti c'è un rapporto quasi alla pari. Questo ovviamente, e purtroppo per noi, perché il loro numero s'è ridotto. Dico purtroppo non solo per una questione economica, ma anche perché fino a poco tempo fa un negozio di dischi poteva avere una valenza culturale. Motivo? Offriva una vasta scelta di dischi e di musicisti da poter ascoltare ma, soprattutto, era un luogo dove si poteva apprendere, conoscere, imparare... Il che poteva avvenire in molti modi. Chi entrava cercando un disco, ne scopriva mille altri. Chi cercava novità nel settore della musica jazz, scopriva che erano usciti nuovi dischi di blues... Questa era la regola e la forza di un qualsiasi negozio di musica, a Biella, a Torino e ovunque in Italia. Oggi invece molto spesso si conosce solo la propria musica, perché mancano spazi dove confrontarsi o conoscere altro. Mi spiego meglio: la rete ha tutto di tutto ma è dispersiva, quindi, in molti casi, si finisce con conoscere sempre e solo il proprio già noto». E poi? E ora? «La professionalità resta la grande carta da potersi giocare – aggiunge Minola, sposato, con due figli -. Essere aggiornati è imprescindibile. Al di là dei nostri gusti e delle nostre passioni, dobbiamo sapere il più possibile. Più che noi, però, è cambiato il mondo della musica intorno a noi e al nostro negozio. Perché l'arrivo sul mercato dei cd musicali ha ovviamente soppiantato i dischi in vinile. E da diverso tempo ci si deve misurare con Internet e la musica che chiunque può scaricare e avere in un oggettino elettronico grande quanto una scatola di fiammiferi».

IL PUNTO – E allora come resiste un negozio pensato e nato nel 1890, quando si trovava ancora in cima a via Italia, e non in fondo come ora, a reggere la sfida con l'era digitale? Lo spiegano all'unisono Stefano ed Elio: «Il ritorno del vinile è noto a tutti, da un decennio circa. Ma c'è molto di più da dire. E cioè il fatto che non solo nostalgici o collezionisti desiderano avere un certo disco, legato magari ad un ricordo o una determinata fase della vita. Pure i giovani e i giovanissimi, oggi, desiderano avere un disco. Di fronte allo smaterializzarsi della musica, che oggi può stare dentro un file, notiamo che sta emergendo il desiderio opposto... Qualcosa di feticistico... Molti clienti ascoltano della musica o dei musicisti e poi cercano l'oggetto, da potersi rigirare tra le mani, da custodire in casa ma anche da poter vedere e rivedere. C'è come dire: una necessità di un supporto di qualità alla musica che si ama, ovviamente legato ad una copertina, fatta di disegni, immagini, titoli».

ECCO, NOI PER ESEMPIO - «I nostri concorrenti su piazza sono i centri commerciali o certe catene di negozi – spiega Minola -. E poi Internet, chiaramente. Che è anche una risorsa. Perché oltre ad essere una fonte di informazioni è anche una possibilità per acquistare materiale o acquisire informazioni per noi e per i nostri clienti. Problemi o non problemi, da ragazzino, sognavo di fare questo mestiere, quindi non mi scoraggio certo di fronte alle difficoltà che la crisi ha creato a tanti esercizi commerciali come il nostro».

VIA ITALIA – «Cigna Dischi», che nei secoli scorsi nacque soprattutto come punto vendida di strumenti musicali, da qualche tempo sta tentando un ritorno al passato. Nei giorni scorsi infatti è stata organizzata una serata musicale su Fabrizio De Andrè e sabato ci sarà un mercatino dell'usato in occasione di un evento mondiale legato alla musica. Suoneranno in strada alcuni gruppi e saranno allestite delle bancarelle nel salotto della città, per la vendida di dischi 33 e 45 giri, oltre che ai cd. «Noi vendiamo nuovo e usato – spiegano ancora i due soci -. Un altro elemento che ci caratterizza sono appunto i costi... Molti entrando da noi per la prima volta scoprono che un 33 giri lo si compra spendendo dai 5 ai 10 euro... Un prezzo accessibile a tutte le fasce d'età. Così chi viene da noi scopre che non siamo una specie di negozio d'antiquariato polveroso e riservato ad eccentrici con i soldi. Ma un luogo per tutti».

LA FRASE - «Senza musica la vita sarebbe un errore» ha detto il filosofo Friedrich Nietzsche. Anche senza negozi, così, però...