19 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Emergenza umanitaria

Biellese, sono presenti 150 immigrati

Altri ne potrebbero arrivare, fino a 228. Lega Nord contraria. Don Perini della Caritas: «Società sorda alle sofferenze degli altri»

BIELLA - Sono poco meno di 150 gli immigrati «richiedenti asilo» nel Biellese. La fotografia arriva dai responsabili della Caritas locale, in prima fila nell'organizzazione e nella gestione della vita di queste persone arrivate sotto il Mucrone. Un centinaio sono presenti nei confini provinciali già da diverso tempo, grazie a precedenti operazioni umanitarie messe in campo dall'Italia. Qualche decina di persone, invece, è arrivata solo da alcune settimane. Ad Oropa per esempio sono arrivati circa una dozzina di uomini, tutti giovanissimi, che di giorno si spostano verso le diverse strutture d'accoglienza del territorio: Pollone, Occhieppo Superiore, Biella, Pettinengo e Bioglio; in pratica nella sacra struttura mariana questi ragazzi provenienti dall'Africa dormono e fanno la prima colazione, per poi svolgere una serie di attività nei diversi centri d'accoglienza. Il tutto, per ora, senza alcun problema e sotto la supervisione delle forze dell'ordine.

IL PUNTO - In questi giorni in Prefettura stanno vagliando le diverse offerte ricevute da alcuni soggetti per la gestione dell'intera operazione umanitaria che, nel Biellese, potrebbe voler dire accogliere fino a 228 persone; personale dell'Azienda sanitaria locale e dei vigili del fuoco, nel frattempo, stanno controllando strutture e spazi che le diverse associazioni interessate al bando hanno citato nei loro progetti. 228 persone sono tante o sono poche, da accogliere e gestire? La cifra è ritenuta non preoccupante dai soggetti direttamente interessati a vincere il bando prefettizio. La questione però ha creato spaccature politiche. Soprattutto da parte della Lega Nord che, tanto a livello nazionale quanto in ambito locale, ha sollevato la questione delle priorità degli interessi dei biellesi e degli italiani rispetto a quelli degli immigrati. Il sindaco di Cossato Claudio Corradino, ad esempio, s'è dichiarato contrario all'arrivo in città di una quindicina di persone che potrebbero essere ospitate in una zona periferica grazie ad un'associazione di volontariato.

QUI, CARITAS - Sulla questione, invece, il direttore della Caritas, don Giovanni Perini, dice: «Il Biellese avrebbe risorse e capacità per aiutare queste persone. Certo,una maggiore possibilità di programmazione sarebbe stata utile. Lavorare in emergenza non è facile. Ma a colpirmi è il clima generale. Sento tanta rabbia ed egoismo in una parte dell'opinione pubblica, fomentata da alcune forze politiche che non stanno facendo bella figura. Spesso i toni sono agghiaccianti, anche di fronte a centinaia di morti... Dimentichiamo che si tratta di persone che scappano dalla fame e dalla guerra e cercano solo un'occasione di aiuto. Però la nostra società mi pare sempre pronta a rivendicare i propri diritti, per poi fare molti distinguo quando i diritti sono di altri. Un clima che mi fa paura. Oggi il bersaglio sono questi stranieri. Domani?».