29 marzo 2024
Aggiornato 14:00
Fondazione Crb

Eredità. Addio. E appello di «Re» Luigi

Domani la votazione per la presidenza dell'ente. Squillario: «Chiunque vinca, pensi sempre e solo al bene del territorio... Io? Da grande farò l'avvocato»

BIELLA - «Spero in una scelta unitaria e condivisa. E spero, ancora di più, che il nuovo presidente sappia sempre guardare agli interessi generali del territorio e non a quelli particolari di qualcuno». E' un tono amareggiato quello di Luigi Squillario, alla vigilia di un passaggio epocale per il territorio. E cioè il cambio di presidenza alla Fondazione Cassa di Risparmio, prevista per domani pomeriggio, attraverso la votazione di un pugno di «grandi elettori», espressione della politica e di vari soggetti pubblici sotto il Mucrone. Squillario usa toni moderati e concilianti, non polemizza con nessuno e soprattutto vuole lasciare la poltrona più importante del Biellese con lo stile che ha sempre contraddistinto il suo mandato, e cioè uno spirito al di sopra delle parti e degli interessi di correnti o lobby. Di polemiche non ne vuole manco sentire parlare. Oltre quattro lustri di «regno» però lasciano il segno, soprattutto in un ente particolare come la Fondazione Crb. E l'avvocato ed ex sindaco della città un po' l'ammette: «Le diverse cose che ho letto sui giornali mi hanno addolorato. La Fondazione è un patrimonio del territorio. Quanto fatto negli anni è di tutti i biellesi. E così dovrà essere per il futuro. In tutto il tempo in cui sono stato presidente, così s'è lavorato. I risultati sono lì a testimoniarlo. Alcune considerazioni giornalistiche in cui mi sono imbattuto nei giorni scorsi, invece, di cui non sono in grado di valutare l'attendibilità, parlano d'altro. Mi auguro non sia così».

I CONTENDENTI - A contendersi l'ambita poltrona sono il notaio Paolo Tavolaccini, ex Democrazia cristiana, conosciuto e stimato in città, gradito sia al presidente sia ai vertici del Partito democratico, e Franco Ferraris, amministratore delegato del Lanificio Zegna, entrato da poco in Fondazione, con un'importante carriera professionale alle spalle, espressione di una serie di realtà che vanno dall'Unione Industriale ad alcuni spezzoni politici del centrodestra. A decidere l'esito della votazione potrebbero essere don Fulvio Dettoma e don Gianni Sacchi, figure importanti della Diocesi e quindi del vescovo Gabriele Mana, che secondo qualcuno potrebbe non sostenere la cordata di «re» Luigi, determinando un vero e proprio colpo di scena. Il voto dovrebbe avvenire in modo palese. Ma se anche un solo componente del collegio ne facesse richiesta, si dovrebbe ricorrere alle urne e quindi al voto segreto. Il che potrebbe portare a sorprese.

ALTO/BASSO - «La Fondazione ha sostenuto talmente tanti progetti, negli anni, che sarebbe impossibile anche solo citarli tutti... Che posso dire? Ricordo con enorme soddisfazione la nascita e lo sviluppo di Città Studi, che ha dato modo a migliaia di giovani biellesi di studiare oltre il diploma. Non passa giorno infatti che qualche genitore non mi ringrazi per aver dato modo al proprio figlio o alla propria figlia di laurearsi – rivendica Squillario -. Poi non si possono dimenticare i soldi per il nuovo ospedale, pensato come una grande occasione di sviluppo del territorio. Rammarichi? Direi l'aeroporto. Poteva essere un volano. Bastava crederci di più. Bastava renderlo utilizzabile per il servizio dell'elisoccorso del '118'. Invece s'è persa un'occasione, pensando di risparmiare chi sa quanti soldi, poi. Un vero peccato».

L'ADDIO – «Cosa farò da grande? Ho uno studio legale da portare avanti. Prima vorrò riposarmi un po'. Dopodiché potrei mettermi davvero a fare l'avvocato - scherza Squillario, 80 appena compiuti, protagonista indiscusso della politica biellese negli ultimi decenni, grande personalità e forse pure grande vecchio di una politica che nella seconda repubblica non ha ancora espresso altri «giganti» -. Ma cosa farò io non ha alcuna importanza. E' molto più importante cosa farà la Fondazione».

SOLDI – La Fondazione negli ultimi ha elargito contributi per oltre 4 milioni di euro all'anno. In passato però i soldi erano molti di più, poiché frutto degli alti dividendi della Cassa di Risparmio di Biella e quindi di Biverbanca, che avevano floridi bilanci, venuti meno nel tempo. Nel recente passato, per esempio, si è arrivati anche a 11 milioni di euro stanziati per progetti grandi e piccoli. Ecco perché chi sarà presidente della Fondazione potrebbe essere molto più importante di chi oggi fa il sindaco della città.