25 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Sicurezza

Il «giallo» di Curino, tra botte e indagini dei carabinieri

L'orgoglio dell'anziana vittima dell'aggressione: «Non scappo da casa mia». Militari vicini ai rapinatori di Irene Paltani

CURINO – L'hanno minacciata, legata, rapinata e picchiata. Eppure non sono riusciti a piegarla. Anzi. Con una determinazione e un orgoglio fuori dal comune, Irene Paltani sfida i propri aggressori: «Tornate. Speriamo però che ci siano i carabinieri, così vi danno una bella lezione» ha detto. A distanza di qualche giorno dalla brutale aggressione, l'anziana pensionata mostra i segni delle botte prese ma anche il coraggio di chi non si vuole arrendere. Nei giorni scorsi le hanno tolto la decina di punti applicati alla testa, in ospedale a Biella, necessari per la ferita riportata nella serata di lunedì scorso (con un soprammobile in cristallo, pesante tre chili). I polsi sono ancora gonfi e presentano i segni del nylon con cui è stata legata. Ma lo spirito è forte.

Il racconto della vittima
La donna parla un po' italiano e un po' francese, avendo vissuto moltissimi anni nella Svizzera francese, dove ancora risiedono figli e nipoti che solo occasionalmente tornano sotto il Mucrone. Le fa da traduttore il sindaco Adriano Buzio, amico di famiglia da lungo tempo. La pensionata racconta quanto le è capitato nella sua cucina, proprio dove è avvenuta parte dell'aggressione. «Non lascerò mai questa casa - racconta -. Neanche dopo quello che è successo. Spero che le forze dell'ordine trovino i responsabili. E' impossibile dimenticare quello che ho passato, ma non cedo. Ricordo le parole di uno degli aggressori: fai la brava, altrimenti l'altro si arrabbia, guarda che è molto più cattivo di me... Lo diceva mentre l'altro rovistava in giro per la casa. Avevamo paura ma dicevo loro di andare via, chiedevo se avevano famiglia e figli... Erano in due, con dei passamontagna. Uno parlava italiano. L'altro era straniero, forse. Perché sembrava volesse apparire straniero. Accentuava infatti le cadenze tipiche di un nord-africano, in modo poco credibile. Ma ero comunque molto spaventa. Potrei sbagliarmi. Mi hanno preso i pochi soldi che avevo in casa. Avevo in mente di fare un viaggio a Cuba. Nonostante la brutta vicenda, partirò. A novembre. Ho già tutto prenotato». Alla donna sono stati rubati poco più di 400 euro, in contanti.

Il quadro delle indagini in corso
Sui fatti stanno indagando i carabinieri, che potrebbero presto individuare i responsabili di quanto accaduto in un paesino di quattrocento persone, con frazioni e cantoni isolati e tranquilli. La vicenda infatti presenta diversi aspetti contraddittori. Il punto di partenza per provare a capire cosa sia successo sta nell'ubicazione della casa. Curino è lontano una decina di chilometri da qualsiasi importate strada provinciale. E la villetta della donna si trova in frazione Santa Maria, cantone Castagnea, sito sperduto nei boschi, con diversi chilometri di strada sterrata da percorre prima di poterci arrivare. Le piogge dei giorni scorsi hanno resto i collegamenti ancora più complessi, per uno non pratico della zona. La donna vive sola, insieme ad un cane vecchio, sordo e inoffensivo (di nome «Aschi»). L'unica persona vicina all'anziana è un giovane marocchino, che le accudisce i due cavalli, le taglia la legna e sbriga altre faccende domestiche. Ovviamente il giovane nord-africano è stato ascoltato dai militari, essendo anche la persona che ha trovato l'anziana donna legata e maltrattata, chiamando carabinieri e «118». Alle forse dell'ordine il ventenne ha dichiarato che durante la violenta rapina si trovava prima dalla sorella e poi dalla fidanzata.

I punti oscuri
Questo il quadro, che già fa pensare ad un basista in paese o comunque ad un informatore della zona. E' infatti impossibile raggiungere la casa dell'anziana autonomamente, soprattutto al buio (il fatto è avvenuto lunedì, dopo le 19), senza conoscere la zona, sia a piedi sia in automobile. Il rischio non è solo di perdersi, ma anche di finire in un dirupo. Detto ciò, altri elementi non paiono chiari rispetto alle ricostruzioni giornalistiche. La donna infatti è stata rapinata da gente violenta e pronta a tutto. Eppure, alla pensionata non sono stati presi alcuni gioielli che indossava proprio durante la rapina: una collana d'oro e degli orecchini (di un certo valore): la stessa donna non se lo sa spiegare... I rapinatori inoltre hanno cercato insistentemente la cassaforte presente nella casa, scoprendo però che all'interno non c'erano soldi ma solo documenti di famiglia. Se avevano tutta una serie di informazioni così precise, come potevano non sapere che la cassaforte era priva di soldi o altro di valore? Su questi ed altri elementi stanno indagando i militari, che presto potrebbero arrivare a delle risposte.