19 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Economia

Maglificio da bene confiscato alle mafie grazie al sostegno dell'Unione industriale Biellese

Domani verrà inaugurato il 100Quindici Passi, a Quindici (Av). L'attività sorge su una una villa bunker, appartenuta al Clan Graziano. Grazie alla partnership siglata insieme all’Ui di Biella, sarà possibile alimentare una filiera pulita nel settore della maglieria con aziende leader del distretto industriale piemontese che affiancheranno la cooperativa in fase di start-up e produzione

AVELLINO – Domani verrà inaugurato il Maglificio 100Quindici Passi, a Quindici (Av). L'attività sorge sul primo bene confiscato alle mafie della provincia di Avellino, restituito alla collettività e riutilizzato per finalità sociali con un grande obiettivo portato avanti insieme all’Unione Industriale Biellese. La criminalità organizzata però non ha gradito e oggi sono stati esplosi alcuni colpi di pistola contro l'edificio a scopo intimidatorio.

L’intenzione è dar vita a un nuovo modello di economia alternativa a quella criminale mettendo in rete aziende e imprese sane. Grazie alla partnership siglata insieme all’Ui di Biella, sarà possibile, infatti, alimentare una filiera pulita nel settore della maglieria con aziende leader del distretto industriale piemontese che affiancheranno la cooperativa in fase di start-up e produzione.

Il progetto per trasformare una villa bunker, una volta appartenuta al Clan Graziano, in un laboratorio di maglieria artigianale è stato portato avanti dalla cooperativa sociale Oasiproject, grazie al contributo della Fondazione con il Sud del Comune di Quindici, Libera, Diocesi di Nola, Energia Sociale e sostenuto da Banca Etica. Si tratta di uno dei pochi siti confiscati alle mafie a diventare direttamente area industriale. Ad oggi ha già assunto sette persone, che andranno a realizzare maglieria tecnica per le forze dell’ordine.