19 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Fisco

Grossi guai per due impresari funebri Biellesi, denuncia e multe milionarie

Segnalati per aver svolto in modo abusivo l’attività di agenzia di somministrazione di lavoro. Indagati anche altri 78 colleghi per avere illecitamente utilizzato personale fornito da soggetto non autorizzato. Avrebbero gestito quasi 100 persone oltre che a Biella anche nelle provincie di Vercelli, Novara, Torino, Varese, Verbania, Pavia, Milano, Asti, Massa ed Alessandria

BIELLA – Grossi guai per due impresari funebri Biellesi, denunciati per aver svolto in modo abusivo un’attività di agenzia di somministrazione di lavoro. Indagati anche altri 78 colleghi per avere illecitamente utilizzato personale fornito da soggetto non autorizzato. Il «business del portantino» è stato scoperto dai finanzieri della Compagnia di Biella, a conclusione di una vasta e articolata indagine volta al contrasto dell'evasione fiscale e del lavoro irregolare.

ATTIVI IN PIEMONTE E LOMBARDIA - Secondo i baschi verdi le due società operanti nel biellese hanno creato delle vere e proprie agenzie di collocamento, totalmente irregolari, che da anni gestivano il personale con mansioni di «portantini funebri» oltre che a Biella anche nelle provincie di Vercelli, Novara, Torino, Varese, Verbania, Pavia, Milano, Asti, Massa ed Alessandria. Queste «agenzie interinali», pur non essendo iscritte all’Albo Informatico delle Agenzie del Lavoro istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, impiegavano un cospicuo numero di individui, soggetti privati inquadrati, impropriamente, come lavoratori occasionali, i quali venivano reclutati mediante la stipula di falsi contratti di lavoro autonomo. Oltre ad impiegare lavoratori in realtà privati dei diritti e delle garanzie riconosciute al personale regolarmente assunto, si svincolavano da tutti gli obblighi previdenziali ed assistenziali.

PORTANTINI IN AFFITTO - L’operazione denominata «STAFF LEASING», conclusa in pochi mesi di indagini, trae origine da un controllo fiscale di «routine», intrapreso nei confronti di un’impresa funebre, da cui si appurava che la stessa era addirittura senza dipendenti e che per l’esecuzione dei propri servizi si rivolgeva a due false società di collocamento biellesi per «affittare» portantini a basso costo e, soprattutto, meno oneroso ai fini previdenziali ed assistenziali. Sulla base dell’esito di tale controllo, anche allo scopo di tutelare i lavoratori illecitamente impiegati, sono state avviate verifiche fiscali nei confronti delle due società biellesi «di collocamento» che facevano emergere un vero e proprio tariffario della manodopera da somministrare.

LA CONTABILITA' SEGRETA - Di notevole ausilio alle indagini, oltre alla documentazione ufficiale, è stato il rinvenimento, nel corso di un accesso presso gli uffici amministrativi di una società, di un «quaderno extracontabile», ben nascosto in un armadio, in cui, con precisione maniacale, erano annotati giornalmente sia il numero dei portantini forniti, sia l’impresa funebre committente.

LE SANZIONI MILIONARIE - Nei confronti delle due società biellesi di collocamento abusive, gli uomini della Gdf hanno constatato un’Iva evasa per 200 mila euro, a fronte di corrispettivi percepiti non assoggettati a imposta, sfruttando indebitamente l’esenzione prevista per l’attività propria di agenzia funebre. Oltre alle sanzioni tributarie, in capo agli amministratori delle due società somministratrici ed ai titolari delle imprese funebri utilizzatrici di manodopera, è scattata la segnalazione alla direzione territoriale del Lavoro di Biella, per l’applicazione dell’ammenda prevista dal decreto legislativo n. 276/2003, pari ad oltre 2 milioni di Euro, suddivisa tra somministratori ed utilizzatori, per l’illecito impiego di quasi 100 portantini in 6mila giornate lavorative. Analoga segnalazione è stata inoltrata sia all’Inps che all’Inail, per i mancati adempimenti previdenziali ed assistenziali a favore dei lavoratori irregolarmente utilizzati. Inoltre, sono ancora in corso ulteriori indagini mirate ad impedire analoghi comportamenti fraudolenti, in materia di somministrazione di manodopera abusiva, oltre che nel biellese anche in altre provincie piemontesi e lombarde.