19 aprile 2024
Aggiornato 22:30
Cronaca di Biella

Rapina e violenze, tre cinesi arrestati. C'era un basista?

Tabulati telefonici, video, tracce biologiche, testimonianze e altro per sgominare la banda che a settembre colpì a Gaglianico. Nel video che vi mostriamo un estratto della conferenza stampa dei Carabinieri questa mattina

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BIELLA - Dopo circa due mesi di complesse indagini investigative, i carabinieri sono riusciti a risalire ai responsabili della brutale rapina avvenuta nello scorso mese di settembre in una villetta a Gaglianico. Nell'occasione venne presa di mira una famiglia di cittadini cinesi: due ragazzine furono legate con cavi telefonici e sbattute in uno stanzino. I responsabili sono ora in carcere. Sono tre giovani, sempre di cittadinanza cinese, due dei quali con precedenti penali specifici: violente rapine ai danni di connazionali.

Le complesse indagini dell'Arma

Gli uomini in divisa per risalire ai responsabili, si sono avvalsi di diversi strumenti: registrazioni video, tabulati/intercettazioni telefoniche, ricerca di tracce biologiche, anche con la collaborazione dei Ris di Parma. I dati locali sono stati incrociati con quelli nazionali, tessendo una complessa rete di immagini, video e segnalazioni tali da ricostruire gli spostamenti e i comportamenti dei tre sul territorio nazionale (tra Roma, Firenze e la Calabria), oltre che pesantissime accuse sulle loro responsabilità.

L'arresto e i retroscena

I tre (hanno dai 28 ai 34 anni) si trovano in carcere a Firenze. Determinanti ai fini del loro arresto, numerose testimonianze raccolte dai militari, in zona. Diversi residenti, infatti, avevano notato la presenza dei tre giovani in bar, ristoranti e super-market nei pressi della casa, nel periodo precedente la violenta rapina. Nell'abitazione di uno degli arrestati, a Reggio Calabria, è stato trovato un importante quantitativo di oro, probabilmente proveniente dal colpo messo a segno a Gaglianico. Nell'occasione furono portati via circa 50 mila euro in contanti, oltre a molti preziosi (anche antichi) e all'auto del capo-famiglia, una Bmw di grossa cilindrata (il cui numero di targa è poi stato individuato/fotografato in diverse autostrade italiane).

C'è un basista?

L'importante operazione messa a segno dai carabinieri biellesi ha carattere di quasi eccezionalità. Nella comunità cinese nazionale, infatti, raramente le vittime di rapine di questo tipo, si rivolgono alle autorità italiane. Sia per un clima di paura di ritorsioni sia per le specifiche caratteristiche della comunità, molto chiusa, c'è infatti quasi sempre la tendenza a non denunciare fatti di questo tipo. Ma l'indagine non è conclusa. Pare infatti molto probabile che, in paese, qualcuno abbia fatto da basista per i tre cinesi arrestati. Chi poteva sapere della presenza di tutti quei soldi e gioielli? Proveranno a dare una risposta, nelle prossime settimane, i militari del Comando provinciale di Biella.