19 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Economia

Biella è ancora ricca. Ma triste e in tanti se ne vanno via

Secondo i dati 2016 di ItaliaOggi migliora la qualità e siamo primi per tenore di vita. Ma la gente emigra, fa pochi figli, e si suicida più qui che in tutto il resto della Penisola.

BIELLA – Torna puntuale come ogni anno lo studio di ItaliaOggi sulla qualità della vita nelle 110 province dell’italico suolo. Gli indicatori sono molteplici e suscettibili di letture in chiaroscuro su ogni territorio, in particolare a Biella si presentano ancora dati assai discordanti sul binomio Soldi-Felicità, che si suppone stia alla base dell’intero sviluppo della cultura occidentale. Insomma, «Anche i ricchi piangono» (titolo di serial antesignano delle moderne soap) qui torna bene, perché abbiamo due primati che s’associano in modo assai strano, siamo in cima alla classifica nazionale per il tenore di vita, ed altrettanto primi per il numero di suicidi. Per capire un po’ meglio come, e se, i numeri riflettano la realtà conviene dare una scorsa all’intera statistica.

Qualità della vita, vince Mantova, Biella 37a
Nel 2016 la città dove, secondo lo studio di ItaliaOggi e Università la Sapienza, si vive meglio è Mantova, piccolo scrigno di arte e cultura a cavallo tra Lombardia. Emilia e Veneto. Seguono Trento e Belluno, prima tra le piemontesi è ancora Cuneo (al numero 13), ma sale bene il Verbano-Cusio-Ossola, che arriva alla piazza 17. Biella sale anche lei, dal 44° al 37° posto. Nel calderone del calcolo della «felicità geografica» fanno da variabili lavoro e affari, disagio sociale, criminalità, ambiente, salute, tempo libero e tenore di vita. La spaccatura tra nord e sud resta evidente soprattutto su fronte lavoro, che passa dal «buono» ed «accettabile» del Nord e del Centro, allo scarso e insufficiente se si scende sotto al confine toscano. Ma entrando nel dettaglio le contraddizioni non mancano.

Bene soldi, ambiente e casa. Migliora il lavoro. Biella nel complesso «accettabile»
La nostra provincia segna alcuni miglioramenti non da poco, non solo saliamo di 7 piazze sulla classifica generale che riguarda la qualità della vita, ma passiamo addirittura dalla terza piazza dello scorso anno alla prima per quanto concerne la ricchezza, seguiti proprio dalla regina del 2016, Mantova. Bene le pensioni, per le quali ci piazziamo al 14° posto, retaggio di un passato più ricco del presente ma per nulla disprezzabile, bene anche i depositi bancari, per i quali siamo al numero 21. Pure i bistrattati prezzi degli appartamenti in realtà non sono poi così male, se si parla di residenziale di nuova costruzione siamo al numero 10. Promosso l’ambiente, abbiamo un sacco di auto, è sicuro e, anche un po’ per forza, non brilliamo per l’utilizzo dei mezzi pubblici, facciamo ancora un po’ troppi rifiuti (siamo solo al 69° posto) ma ci salva il verde tutto intorno.

Lavoro
Migliora ampiamente la situazione lavoro per i giovanissimi, nella fascia 14-25 anni saliamo dalla poco onorevole 67a posizione del 2015 all’attuale 21a. Nel complesso migliora tutto il versante lavorativo, con il passaggio in termini di disoccupazione dal 44° al 40° posto. Ma evidentemente non basta, e il computo del benessere passa anche da altri parametri.

Ricchi ma tristi? Pollice verso per salute, nascite, suicidi ed emigrazione
Forse i soldi non fanno la felicità, oppure non sono distribuiti in modo tale da farla, questo sarebbe da verificare, perché di fatto dalla ricca Biella si scappa. Su 110 province monitorate Biella è al numero 109 per l’emigrazione, ogni mille residenti si segnano 37,04 emigrati, fa di peggio solo Aosta. Penultima anche per quanto riguarda le nascite e 96a per il numero di componenti delle famiglie, 2,5 in media. Messi insieme questi dati mettono in campo un disagio sociale che frena la voglia e la possibilità di metter su famiglia, da qui deriva anche la scelta di spostarsi di casa ed andare altrove. Giocoforza Biella è ultima per quanto concerne la popolazione. Ma il primato più triste è quello dei suicidi. Non è la prima volta che Biella segna record negativi in questo senso, che vengono puntualmente rimarcati, ma di cui poi si perde traccia fino all’indagine successiva, mentre forse varrebbe la pena capire da dove arriva tutta questa disperazione. Certo, qualche motivo per perdere il buonumore c’è: siamo «insufficienti» su tutto il versante salute, anche se lentamente miglioriamo, dal numero 100 del 2015 passiamo al 90, e nella colonnina di destra (quella degli scarsi) per quanto riguarda la lotta al disagio sociale, con la posizione numero 71, mentre il Verbano-Cusio-Ossola si guadagna la prima piazza. Non primeggiamo per il divertimento, insomma la regina è Rimini va bene, ma si potrebbe fare meglio del 45° posto.  Attenzione nella sezione tempo libero alle strutture turistiche, dove c’è parecchio da lavorare: il Biellese è solo 74°, e il solito paragone con la riuscita formula di Cuneese e Langhe pare ancora un po’ lontano.