1 maggio 2024
Aggiornato 23:30
Manifatturiero

L’industria piemontese cresce, a Biella vince l’export

Exploit dell’auto nel III trimestre 2016. Biellese a passo moderato, ma la filiera tessile si conferma positiva

BIELLA – Non è ancora fine anno, e mancano i dati del periodo ottobre-dicembre, ma sulla scorta di quanto fatto fino a qui, si può dire che l’industria piemontese è in crescita. Lo è stata nel I trimestre del 2016 (+2,2%), lo è stata nel II, anche se in tono minore, con un +1,5%, e la tendenza non si tradisce neanche per il periodo luglio-settembre, al termine del quale si registra un incremento della produzione manifatturiera del 2,7% rispetto allo stesso periodo del 2015.

L’auto traina la crescita, il tessile «si difende bene»
Si chiama sviluppo tendenziale, ed è frutto di andamenti positivi manifestati in tutti i principali settori, con un traino di spicco, quello dei mezzi di trasporto, che crescono del 20,3%. L’incremento riguarda in primis, e neanche a dirlo, la produzione di automobili, ma se la cavano bene anche le industrie elettriche ed elettroniche (+3,2), e gli alimentari e bevande in salite di 2,7 punti percentuali. La filiera tessile supera appena il dato di stabilità (+1,1%), ma si piazza comunque tra i settori che portano a casa un risultato positivo, insieme a metalli (+2,1%) e meccanica (+1,7), note dolenti, invece, per tutto quell’aggregato misto che non fa parte di nessun settore principale e viene catalogato sotto la voce altre industrie manifatturiere, in discesa di quasi 4 punti percentuali.

A Biella crescita moderata, ma l’export continua a salire
I dati positivi ci sono, ma non dappertutto. A fronte della dinamica positiva che ha caratterizzato soprattutto la Torino patria dell’automobile (+5,3%) e il novarese con un +4%, si vedono realtà come Biella e Vercelli che crescono in modo assai più moderato: rispettivamente dello 0,5% e dell’1,8%. Però, va detto che il capoluogo laniero continua a raccogliere consensi sul fronte dei mercati stranieri, registrando la terza miglior performance a livello regionale. Un bel +6,7% per i biellesi, superati solo da Asti (+13,6%) e Vercelli (+7,5%). In termini complessivi nel III trimestre 2016 il valore delle esportazioni piemontesi di merci ha raggiunto gli 11 miliardi di euro, in lieve aumento, rispetto al corrispondente periodo del 2015. La parte del leone la fa, anche qui, l’automobile con un +3,8% di fatturato estero e un +6,7% di nuovi ordinativi in arrivo dai mercati stranieri. Anche a livello regionale il binomio export-tessile tiene bene, con i nuovi ordinativi dall’estero in crescita dello 0,6% e il fatturato estero che sale di un punto percentuale.

Gli investimenti ancora troppo bassi tirano il freno della crescita
Conferme positive sullo stato di salute del comparto manifatturiero piemontese arrivano anche dalla maggior parte degli altri indicatori. Gli ordinativi risultano pressoché stabili sul mercato interno, aumentano su quello estero (+4,7%) e aumentano sia fatturato, sia grado di utilizzo degli impianti, dato che oscilla tra il 61 e il 71% a seconda dei settori. Tuttavia, secondo i dati raccolti da Confindustria Piemonte la crescita resta blanda a causa della mancanza di slancio negli investimenti. Da una recente rilevazione interna condotta dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo sulla rete dei gestori del Gruppo, emerge come i maggiori ostacoli ai piani d’investimento delle imprese piemontesi siano l’incertezza dei mercati, la burocrazia e la dotazione infrastrutturale italiana.