24 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Formazione

I giovani piemontesi: chi sono e cosa fanno

La Regione si interroga sulla «meglio gioventù» tra formazione e lavoro. Quanti sono, dove studiano e dove trovano occupazione i nostri ragazzi? A Biella conviene puntare sulle high-skill

BIELLA - Ires Piemonte ha stilato uno studio che analizza la situazione giovani a livello regionale, tra scuola e lavoro, presente e futuro. Il range preso in esame va dai 15 ai 29 anni, si parte da teen e si arriva alla soglia dei trenta, ne esce il quadro di una generazione un tantino sparuta – di certo meno numerosa rispetto al passato – abbastanza acculturata, soprattutto sul versante femminile, ma che fatica ancora tanto a trovar lavoro.

Meno giovani ma più scolarizzati
Partiamo dai numeri: i giovani in Piemonte sono in totale 597mila e rappresentano il 13,6% della popolazione. Un piccolo esercito, almeno se si guarda alle cifre del passato visto che nel ‘92 la stessa fascia d’età copriva più di un quinto dei residenti, in cui gli stranieri hanno una quota ormai importante (15 ogni 100). In bilico tra risorsa e problema, nonostante i luoghi comuni, i nostri ragazzi studiano abbastanza ed amano l’innovazione. Siamo praticamente vicini alla piena scolarizzazione per i percorsi di scuola superiore, ma le differenze per cittadinanza risultano marcate: gli allievi stranieri seguono prevalentemente percorsi tecnico professionali, mentre solo uno straniero su quattro è iscritto ad un percorso liceale, quando tra gli italiani il rapporto è quasi uno su due. Se si passa alla laurea, il Piemonte vede nella fascia tra i 30 e i 34 anni il 24% di laureati, siamo appena sotto la media nazionale (25,3), ma vicini comunque all’obiettivo fissato dal Belpaese per il 2020, vale a dire il 26%.

Ancora poco lavoro per i giovani, più facilitato chi ha una laurea
Se la scolarizzazione ormai è soddisfacente, c’è ancora parecchio da fare sul fronte lavoro. L’occupazione della solita fascia 15-29 anni una dozzina d’anni fa sfiorava il 60% per i maschi e superava il 45% per le femmine, mentre il divario di genere resta, peggiorano le cifre: nel 2015 solo il 40% dei ragazzi era occupato, mentre la quota di ragazze con un lavoro è ferma al palo del 30% dal 2013 in qua. A quanto pare, quindi, studiare non basta, anche se dà certamente qualche carta in più da giocare. Insomma con una laurea o una specializzazione è più facile rendersi appetibili, i trend ci dicono che il futuro è nelle high-skill ovvero nei profili altamente qualificati, destinati a crescere nei prossimi tre anni del 5% a livello nazionale, soprattutto per quanto concerne i settori formazione, cultura e salute. Citando Unioncamere su 100 persone che troveranno lavoro nel 2020, almeno 41 dovranno avere una qualifica elevata. E nel frattempo? Conviene comunque ambire al vecchio «pezzo di carta», almeno secondo le statistiche: tra i 20-34enni si raggiunge il 67% di occupazione a fronte di una laurea, si supera il 60% con una qualifica, mentre per i semplici diplomati è corpo a corpo per aggiudicarsi un posto, con un tasso di occupazione che supera appena l’uno su due.

Gli under 30 a Biella e Vercelli, piacciono i giovani super-specializzati
Secondo i dati più recenti diramati dalla Camera di Commercio di Biella e Vercelli, il tasso di assunzione per il 2016 è pari al 6,4% a Biella e all’8,1% a Vercelli, ed entrambe le province si collocano sul podio regionale con performance seconde solo al Verbano Cusio Ossola. Ma la buona notizia riguarda proprio gli under 30, le imprese hanno dichiarato una preferenza esplicita per i giovani nel 29% delle assunzione nel Biellese e nel 25% dei casi nel Vercellese. Specialmente a Biella la partita delle high-skill è già aperta, con il 19% delle nuove assunzioni riferite all’anno in corso destinate a profili altamente specializzati.

Dalla regione una nuova legge ad hoc
I dati sono stati presentati nella due giorni di confronto con giovani di tutte le province appena terminata a Torino, che la Regione ha voluto avviare insieme alla rete REP (Rete Europa Piemonte) per il rilancio delle politiche giovanili regionali e la stesura della nuova legge regionale. L’evento tira le fila di un percorso che ha visto prender vita 25 laboratori territoriali svolti in diverse città del Piemonte, in cui sono emerse proposte su Giovani e Ambiente, Cittadinanza, Cohousing, Cultura, Economia sociale, Integrazione, Lavoro e Startup.