25 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Biella

Stranieri, cosa insegna il caso di Occhieppo Superiore?

Amministratori (quasi) con le mani legate. Prefetture che fanno rispettare leggi e accordi internazionali. E tutti i problemi vengono scaricati sui residenti

BIELLA - Cosa insegna il caso di Occhieppo Superiore, a tutto il territorio? Premessa: in paese da mesi è in corso una forte polemica sugli stranieri presenti a Villa Ottino, dimora storica nel cuore del paese. Gli esponenti della minoranza in consiglio comunale (guidati da Guido Dellarovere) sostengono che i residenti sono «prigionieri in casa propria». E ancora: «Che lo spaccio di droga emerso dai recenti controlli dei carabinieri e il girovagare incontrollato di queste persone generi ansia e insicurezza in chi vive in paese».

La televisione
Ieri le telecamere di Rete 4, con un collegamento  in diretta con la trasmissione "Dalla vostra parte" hanno dato voce a questa protesta. Il sindaco Emanuele Ramella Pralungo si è sempre difeso sostenendo di aver fatto il possibile e, per certi versi, di non avere poteri concreti per risolvere la questione. «C'è un problema ed è un problema legato ad una cattiva gestione - ha sempre insistito il "primo cittadino" -. Noi però abbiamo le mani legate. Togliere l'agibilità alla struttura, come chiede qualcuno? Se lo facessi, la cooperativa che gestisce il centro potrebbe fare ricorso al Tribunale amministrativo regionale e probabilmente lo vincerrebbe. Non mi pare la soluzione ideale. Soluzione che spetta in gran parte alla Prefettura, che gestisce tutta la materia».

E quindi?
Il caso di Occhieppo Superiore, insomma, ricalca i diversi altri casi avvenuti a Biella e in provincia negli ultimi anni: da Trivero a Biella, tra proteste dei migranti per la mancanza di servizi alla rabbia dei residenti, magari di minuscole frazioni come a Ronco (la storia). Non tutte le cooperative che gestiscono i migranti infatti lavorano nello stesso modo (controlli sulla sicurezza e reali attività fatte svolgere tra studio e lavoro a questi giovani o giovanissimi ospiti) e quindi le conseguenze sono spesso fatte ricadere sulle popolazioni. Forse nessuna emergenza, ma complessivamente tanti problemi di convivenza. Nei mesi scorsi avevamo documentato, ad esempio, la situazione nell'ex sede della polizia stradale di Biella, dove decine di giovani stranieri parevano intenti a fare nulla per interi pomeriggi (la denuncia). E' questa l'accoglienza? E' questa la nostra solidarietà?

Prefettura, Governo e Comuni
Le dichiarazioni di Ramella Pralungo sulle responsabilità della Prefettura sono illuminanti. In ragione di protocolli internazionali e accordi firmati dal Governo, il Paese infatti si fa carico dell'accoglienza di migliaia di cittadini stranieri (richiedenti protezione internazionale, profughi, ma anche clandestini). Prefetture e autorità (con tempi lunghissimi) si fanno carico poi di verificare chi ha diritto a restare e chi no, con costi giganteschi per il Paese. Vengono quindi aperti bandi pubblici per la gestione di centri d'accoglienza in ragione di quote stabilite da Roma per ogni capoluogo di provincia. Dopodiché soggetti privati (cooperative) affittano edifici dismessi e allestiscono centri d'accoglienza ricevendo fondi pubblici (per il centrodestra a tutti i livelli, un vero e proprio «business») non sempre con risultati apprezzabili da nessun punto di vista

Il punto
Di fronte a questo scenario, complesso e spesso mal organizzato e gestito, quanto emerso ieri nella protesta di alcuni residenti ad Occhieppo Superiore, nonché in un rovente consiglio comunale, appare l'ultimo pezzo di una filiera (l'accoglienza e la gestione degli arrivi di profughi e di migranti) che non funziona. A tutti i livelli.