29 marzo 2024
Aggiornato 00:00
Arte

A Zaion Gallery in mostra la pittura che racconta il quotidiano

Nel loft ospitato all'interno dell'ex Lanificio Pria, fino al 10 marzo, l'evento Bubbles between lines con le opere di tre giovani artisti italiani

BIELLA – Fino al 10 marzo nel loft di Zaion Gallery, all'interno di una delle più suggestive espressioni dell'architettura industriale tessile: l'ex Lanificio Pria continua la mostra di pittura Bubbles between lines, a cura di Luigi Meneghelli, che racconta il quotidiano dal punto di vista di tre eccellenti artisti emergenti.

Gli artisti e le opere
Romina Bassu ha studiato all'Accademia di Belle Arti di Roma e presso la Facultad de Bellas Artes de Sevilla. La più giovane dei tre artisti ci presenta un mondo tutto al femminile: è interessata ai riferimenti iconografici e culturali degli anni cinquanta, in particolar modo all’estetica delle pubblicità, dove a essere ostentato è un corpo vuoto, dalle pose plastiche a indicare un’esagerazione caricaturale dell’apatia quotidiana quanto mai contemporanea, anche se evocata dal passato. Negli ultimi lavori Romina Bassu esplora il colore rosa. Il gesto pittorico, che copre le sembianze di alcuni personaggi, si scontra con l’immaginario confortevole che la figura femminile suscita nello stereotipo collettivo. Le miss dell’artista romana sembrano divorate dai loro stessi rossetti; questo ciclo di opere interroga le pratiche estetiche alle quali le donne si sottopongono, perseguendo un ideale culturale che impone loro di apparire eternamente piacevoli, e che le porta inevitabilmente all’autodistruzione. Federico Lombardo, si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Napoli in scultura. Gli ultimi lavori indagano la vita familiare con scene intimistiche, crepuscolari, talvolta riprese dal vero. Nei suoi acquerelli gli sguardi sono eterei, aperti su un immaginario infinito, i colori cangianti, le pose semplici e maliziose allo stesso tempo. La figura viene vista da Lombardo come uno strumento di congiunzione tra una dimensione immateriale trascendente ed una dimensione che cerca un dialogo, una comunicazione diretta con lo spettatore, soprattutto con lo sguardo, una comunicazione empatica. Gli ultimi acquerelli hanno perso, perché non piu’ necessaria, l’impostazione rigida dei primi, conservando tuttavia quel carattere enigmatico espressionista. Una pittura che vede contrapposte tensioni diverse, mondi che comunicano che cercano di fotografare esperienze ed ossessioni interiori, la ricerca di un rapporto sempre instabile in cerca di un nuovo equilibrio. Gianluca Capozzi ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Partendo dalla consapevolezza della realtà sensoriale, Capozzi dipinge con la suggestione di ciò che lo circonda i posti in cui vive, il mondo, il tempo come susseguirsi di eventi non casuali, legati alla potenza creativa del nostro pensiero, all’energia dell’universo. Descrive a volte mondi possibili, altre scenari fantastici, dove rimane un accenno di figura ricostruibile attraverso l’immaginazione di chi guarda. Si avvicina alla pittura con un processo alle volte riduttivo ed altre di amplificazione dell’immagine stessa usando un’ imprevedibilità di pennellate che dissociano l’ordine del discorso e spiazzano le aspettative di significato. Indaga sul ruolo dell'artista come portatore di testimonianza della vita contemporanea. In un momento ci sono tutti i momenti, in un universo dove il tempo non esiste, la sua pittura ripercorre vari eventi che si susseguono e che vivono in una volta sola - nell’opera stessa - la traccia della loro esistenza.