16 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Cronaca biellese

Papà assolto dall'accusa di violenza carnale

Qualcuno aveva ingenerato nella figlioletta il ricordo di "toccamenti" mai avvenuti

BIELLA - Un ricordo falso e palesamente indotto è stato all'origine di un processo per violenza sessuale a carico di un papà di 46 anni, assolto dal tribunale di Biella con il benestare della Procura. Il caso era scoppiato tre anni fa, quando una ragazzina di tredici anni aveva presentato, insieme alla madre, denuncia contro il genitore, che ormai aveva lasciato da tempo il nucleo familiare. Pesante l'accusa. Sei anni prima, durante le vacanze pasquali, l'imputato l'aveva più volte toccata nelle parti intime. Eppure, fisicamente, gli accertamenti non avevano mostrato nulla di anomalo. Malgrado ciò il fascicolo era andato avanti, con tanto di rinvio a giudizio e processo.

Il processo
Ed è stato proprio nel corso del dibattimento che il difensore, l'avvocato Francesco Alosi, del Foro cittadino, ha evidenziato come la piccola vittima non fosse in malafede, bensì le fosse stato indotto un ricordo falso. Un concetto, mai approdato nelle aule di giustizia locali, di neuro-coscienza che invece è ampiamente dibattuto in altre sedi forensi. In pratica, a un minore può essere instillato nella mente, da parte di un adulto a lui molto vicino, un evento mai avvenuto, facendo forza sulla sua fragilità emotiva. Una tesi riconosciuta anche dalla pubblica accusa che ha chiesto per il 46enne l'assoluzione, concessa dal collegio giudicante.