29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Concerti

Accademia Perosi: appuntamento con la classica

A Palazzo Gromo Losa, le danze malinconiche di Dvorak e la potenza spirituale di Shostakovich nella musica del Trio Kanon

BIELLA - Un venerdì sera tra le note di Sostakovic e Dvorak, eseguite dal Trio Kanon, all’Accademia Perosi. E' l'appuntamento del prossimo 31 marzo alle 20.45.

Il concerto
I brani saranno eseguiti dal Trio composto da Lena Yokoiama al violino, Alessandro Copia al violoncello e Diego Maccagnola al pianoforte. Tra i brani proposti spicca il Trio op. 90 in mi minore «Dumky» di Dvorak.

La storia
Che l'autore ceco avesse una sorta di predilezione per danze e canti popolari dell'Europa orientale, soprattutto nella sua produzione cameristica, non è una novità. Ma fu soprattutto nel Dumky che Dvorak si spinse a vedere le origini stesse della musicalità slava, ammaliato dai suoi frequenti sbalzi d'umore tra malinconia e gaiezza. La parola dumky, che si ritrova in tutte le lingue slave, significa meditare, pensare, riflettere. Dumky però è anche una vera e propria forma poetica, una ballata elegiaca celebrativa di grandi eroi, che ricordava le gesta dei cosacchi alla conquista di pace e libertà. Fa parte dei pezzi del compositore intitolati dumka, con i quali Dvorak crea una forma musicale malinconica di fondo, però inframmezzata a sezioni serene e più gradevoli.

Il Trio Shostakovich
Altro protagonista della serata sarà il Trio per pianoforte di Shostakovich, anch’esso caratterizzato da parti melodiche e piacevoli e che si alternano ad un andamento estrosamente ritmico, caratterizzato da idee di accattivante freschezza inventiva. La composizione, è contrassegnata da momenti introspettivi e meditativi. La profondità spirituale di Shostakovich si rivela soprattutto negli ultimi anni. La sua opera di più alta qualità musicale e soprattutto di maggiore profondità e potenza spirituale, la si ritrova proprio nei primi due movimenti, un primo ampio e tematicamente instabile opposto ad un secondo molto chiaro e definito sul piano melodico che non concede un attimo di respiro. Solo nella coda gli strumenti si riconciliano in un maestoso e luttuoso corale, che si rarefà fino a dissolversi nel nulla.