29 marzo 2024
Aggiornato 06:00
Terremoto

Biella, Cascia e Norcia legati da un filo di solidarietà

Aperti dall'associazione viglianese «Col Territorio onlus» due punti di assistenza alla popolazione

BIELLA - C'è un filo di solidarietà che lega l'Umbria, devastata dal terremoto, con il Biellese. A Cascia e a Norcia, infatti, sono stati attivati dall'associazione «Col Territorio onlus» due punti di distribuzione di beni di prima necessità, che nell'appena trascorso fine settimana sono stati riforniti dall'ennesimo convoglio partito dalla sede di Vigliano.

Gli aiuti
Quattro furgoni e quindici volontari, di cui due facenti parte dell'Associazione nazionale Carabinieri di Valle Mosso. A Cascia, ad attendere e stoccare gli aiuti, una giovane coppia: Raffaele e Raissa Paoletti. Lei, incinta di otto mesi, si occupa ogni domenica della distribuzione dei pacchi. Chi sale in località Ocasce deve compilare e firmare un modulo in cui dichiara anche i componenti del nucleo familiare. E sono quasi cento le famiglie assistite, visto che in zona quasi tutti gli esercizi commerciali sono stati resi inagibili dall'evento sismico e hanno dovuto chiudere i battenti. L'altro punto di distribuzione, avviato dall'associazione biellese, si trova a Norcia ed è affidata a Emanuele Battilandi.

Il racconto
«Mi sono trovato a occuparmi del magazzino per caso - spiega - dopo essere stato intervistato nel corso di una trasmissione televisiva. Da quel momento i miei concittadini hanno iniziato a contattarmi e mi sono dato da fare, tanto che in poche settimane ho distribuito 2489 pacchi e assistito oltre 13 mila famiglie. Intanto mia madre Rosa e mio padre Nelson mandano avanti in un container la nostra tabaccheria, perchè l'immobile in cui si trovava è inagibile» .E a dare una mano alla popolazione anche David Lanzi, 79 anni, titolare di un salumificio andato distrutto. Il giorno dell'ultima devastante scossa ha comprato e distribuito pane a tutti i norcini. E tutto questo avviene mentre le istituzioni latitano, a partire dall'amministrazione comunale. Perchè quello che fa più male, aggirandosi per Norcia e frazioni, non è vedere macerie e case distrutte, quanto piuttosto percepire il senso di abbandono da parte dello stato.