19 aprile 2024
Aggiornato 10:30
L'intervista

Da Cavaglià lezione anti terrorismo da una mamma e avvocato africana

A colloquio con Hauwa Ibrahim, avvocato impegnata nella difesa dei diritti umani e Premio Sakarov: «L’amore materno ottima arma per arginare violenza ed estremismi»

CAVAGLIÀ – Contrastare i fondamentalismi, la violenza contro le donne e la Sharia con le armi della determinazione e della gentilezza si può. Ci sta provando da anni, con grandi risultati, l’avvocato Hauwa Ibrahim, nigeriana di nascita, italiana d’adozione e ricercatrice associata alla prestigiosa Harvard University. Cosmopolita per vocazione e destino, punto di riferimento nella lotta per i diritti umani grazie al suo impegno nella difesa gratuita di cittadini nigeriani accusati dalle pesanti e restrittive leggi della Sharia, ora sta lavorando ad un nuovo, ambizioso, progetto, che contrappone alla brutalità della violenza il soft power dell’amore materno.

«Mothers without borders» di Hauwa Ibrahim lavora per il recupero dei giovani fondamentalisti
Come, lo scopriamo durante un assolato pomeriggio primaverile nelle tranquille campagne cavagliesi, dove trascorre i suoi rari momenti liberi con il marito Virgilio Dionisotti. Così rari che l’avvocato, insignita nel 2005 del Premio Sakarov per i diritti umani dal Parlamento Europeo, non ha mai abbastanza tempo per imparare bene l’italiano. Ci prova ascoltando un gruppo di lettura che si raduna da queste parti ogni settimana e con la pacatezza e l’educazione che la contraddistinguono attende la fine dell’incontro per intervenire, sollecitata dalle nostre domande di donne curiose di capire come l’amore di una madre può, in potenza, cambiare il mondo. Il progetto si chiama «Mothers without borders» e nasce dall’esperienza di Hauwa Ibrahim con i giovani affiliati a Boko Haram, organizzazione terroristica nota per aver rapito nel 2014 a Chibok, in Nigeria, 276 studentesse.

Il soft power che può battere la violenza
«Il presidente del mio Paese mi ha voluta nel Comitato Presidenziale per la ricerca delle ragazze rapite, in quell’occasione ho chiesto ed ottenuto di incontrate alcuni giovani affiliati a Boko Haram in carcere – racconta Hauwa Ibrahim – volevo comprendere le ragioni della loro scelta. Erano tutti ragazzi tra i 15 e i 25 anni, di cui le rispettiva famiglie avevano perso ogni traccia. Il passo successivo è stato proprio quello di ritrovare le famiglie e ricongiungerli alle loro madri. Ho raggiunto i villaggi e con grande difficoltà, perché il Governo da principio non era d’accordo, ho ottenuto di condurre le donne in carcere». E qui scatta la «strategia» del soft power: «Le ho portate in una stanza dove hanno visto i loro figli chiusi in una grande cella comune, poi ho fatto aprire le sbarre ed allora i giovani sono letteralmente volati tra le braccia delle madri. E attenzione, questo è un segnale molto importante, perché nella cultura locale islamica dopo i 10, massimo 11, anni i maschi non abbracciano più le loro mamme, un contatto così tenero non viene più considerato consono, perché ormai loro sono uomini».

La forza e la sacralità della figura materna nell’Islam
Uomini e terroristi che si sciolgono tra le braccia di chi ha dato loro la vita. Dietro a questo episodio si cela tutta l’importanza e la forza inespressa della figura materna nella società islamica: «Hanno pianto, hanno parlato, e ciò dimostra che il potere delle madri, in questo tipo di cultura può essere fortissimo e allo stesso tempo dolce – prosegue Ibrahim – anche perché nell’Islam la madre è la figura più sacra ed onorata in terra. Da un punto di vista strettamente religioso il matriarcato è determinante, quindi può diventare un’ottima arma per contro le violenze e gli estremismi». Caratteristica dell’avvocato nigeriano è quella d’usare per scardinare sistemi come il reclutamento i giovani terroristi lo la Sharia, le stesse leggi religiose che ne stanno alla base. Un metodo inattaccabile perché non va contro i precetti e le tradizioni, ma li riporta sulla retta via.

La fragilità alla radice degli estremismi
Sentito l’episodio delle madri e dei giovani di Boko Haram, viene da chiedersi come si arriva all’estremismo: «Gli estremismi si basano sulle fragilità. I reclutamenti vengono fatti tra persone che vivono in condizioni molto difficili, e le ragioni per cui un ragazzo diventa un terrorista sono complesse e da ricercare in diversi fattori esterni – spiega l’avvocato - Parliamo di un Paese in cui la disoccupazione raggiunge anche il 70%, la gente è povera ed influenzata dalla religione. Molti reclutamenti avvengono anche nei campi profughi, in Giordania ce n’è uno dove vivono 1 milione di persone, tra queste ci sono tanti ragazzi soli, orfani, privati di qualsiasi ragione per andare avanti».

L’impegno quotidiano per un futuro migliore
«Aldilà dei motivi, io guardo al futuro e cerco delle soluzioni nel mio piccolo. Magari i miei sforzi saranno solo una goccia nell’Oceano, ma è la mia goccia, ed è importante ricordare sempre che tutti noi possiamo contribuire a rendere il mondo un posto migliore in cui vivere» conclude Ibrahim. Oggi «Mothers Without Borders: Steering Youth Away from Violent Extremism» riunisce donne di tutto il mondo, impegnate in azioni di recupero dei giovani irretiti nelle fitte magli del fondamentalismo. Accanto a questo nuovo progetto. Hauwa Ibrahim porta avanti la sua attività di legale, noti sono i sui interventi in processi di rilevanza internazionale come nel caso di Amina Lawal Kurami condannata alla lapidazione per adulterio, ed in seguito assolta.