19 marzo 2024
Aggiornato 03:00
Pray

Fabbrica della Ruota: viaggio in un mondo fatto di rame

Domenica alle 18 verrà inaugurata alla «fabbrica della Ruota» la mostra «Le forme del rame», esposizione di modelli e oggetti prodotti dall'artigiano Mario Botta e selezionati dai figli e Carlo Strobino.

PRAY - Domenica 9 luglio alle 18 verrà inaugurata alla «Fabbrica della ruota» di Pray Biellese la mostra «Le forme del rame», in cui sarà esposta una selezione di modelli e oggetti prodotti dall’artigiano-artista Mario Botta scelti dai figli Doriano e Older e da Carlo Strobino, il quale ha collaborato con Mario nella loro fabbricazione. La mostra resterà aperta fino al 24 settembre tutte le domeniche dalle 14 alle 19 e in altri giorni su appuntamento per gruppi e scolaresche.

BIOGRAFIA - Mario Botta nasce a Ronco di Cossato nel 1922 e scompare nell’agosto del 2006. Frequenta le scuole elementari di Ronco e fin da ragazzino impara dal fratello Sergio, di nove anni più anziano, il mestiere di idraulico e lattoniere. Nell’agosto 1945 riesce a tornare a casa dopo il servizio militare e sposa Maria Rizzo; si trasferisce a Crocemosso dove nascono i due figli Doriano e Older. Come idraulico lavora per più di trent’anni in molti acquedotti pubblici e privati in una vasta area del Biellese orientale.

IL SUO RAME - Avendo imparato assai presto e bene a modellare e saldare lastre di rame e di ottone, con il rame fabbrica per hobby, con indubbio buon gusto, una miriade di eleganti oggetti: quando arriva il momento della pensione a quest’attività riesce a dedicar molto più tempo. Ecco nascere una quantità di portachiavi, cornici, bauletti, accessori per burro e formaggio, portariviste, forbici dal lunghissimo manico, innaffiatoi, portacenere, cassette per la posta, misuratori per vino, portaombrelli, vasi. Alcuni di questi manufatti che hanno una funzione possiedono un aspetto non scontato: per esempio un levastivali a forma d’insetto. Altri sono a dir poco eccentrici, come un alambicco distillatore. Di qui gradualmente si passa ad oggetti privi di uno scopo funzionale: rose, farfalle, altri insetti all’insegna della fantasia più sfrenata giungendo al modellismo vero e proprio: due mulini a vento olandesi, un antico pozzo di Ronco di Cossato che oggi non esiste più, un laboratorio da fabbro e molto altro.

OPERE IMPONENTI - Vi sono manufatti ancor più grandi:  una Torre di Pisa, sistemata su di un basamento in rame così da risultare pendente, alta cm 143 basamento escluso, il campanile di Crocemosso alto cm 107, una Tour Eiffel alta due metri, la casa della famiglia Botta. L’ampio e articolato borgo medievale del Valentino a Torino, rocca compresa, che misura cm 121 x 81 ed è costato sei mesi di lavoro. Un' opera straordinaria (che non è stato possibile esporre per via delle sue dimensioni, ma che è riprodotta fotograficamente) è il modello in scala 1:100 del santuario di Oropa nella sua totalità, dal Prato delle Oche alla basilica nuova. Sei metri di lunghezza per cm 192 di larghezza. Un lavoro immane, iniziato nel 1997 e terminato nel 2002. E non finisce qui.

DICEVA MARIO -  «La mia attuale e principale attività, quel giocare continuamente anche per otto ore al giorno con il rame, stimola intraprendenza, insomma mi aiuta a vivere. Però in buona misura le mie opere rappresentano ingegno e perseveranza dei nostri antenati, perché ne riproducono attrezzi di lavoro, o di uso domestico quotidiano, o manufatti, cioè simboli di operosità, tenacia, civiltà, progresso. Ed è questo il messaggio principale che vorrei lasciassero in ricordo, specie alle nuove generazioni».