19 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Biella

Una «panchina sognante» tra i corridoi della LILT

L'artista Nino Casalino regala una delle sue «panchine sognanti» al Centro oncologico. Nino Casalino: «Le mie panchine per me sono vive tanto quanto i colori che io gli dono»

BIELLA - Al primo piano di Spazio LILT, accanto al bar, c’è una panchina dalle forme particolari e uniche, impossibile non notarla. È una delle «panchine sognanti» di Nino Casalino, uniche nel loro genere, esclusive, «ad personam». L’artista Biellese ha scelto di regalarla a LILT Biella e di posizionarla all’interno del Centro Oncologico come dono per l’Associazione che Nino ha particolarmente a cuore per gli obiettivi che porta avanti.

CHI E'? - Nino Casalino è un designer, scrittore, poeta, titolare di un lanificio per cui ha curato lo stile e il disegno di tessuti esclusivi, consulente esterno di moda e stile per i più importanti lanifici nel mondo (Giappone, Stati Uniti, Germania e Francia), insegnante di tecnica e allestimento collezioni. Come scrittore ha pubblicato: «La moda e la ragione», «L'uomo che rincorreva l'arcobaleno», «Erano Luci» e nel 2011 ha ricevuto il premio «Cesare Pavese» per la poesia. Nino Casalino è un uomo poliedrico, a cui non è mai mancata la fantasia, la creatività e il talento nel donare vita e anima agli oggetti ma soprattutto capace di guardare il mondo con gli occhi dei bambini. Ama la moda, coltiva la passione per una lingua antica ma sempre attuale, il latino, e si innamora profondamente delle forme meravigliose che la natura crea. Il risultato del suo modo di osservare la realtà sono le sue creazioni, libri, oggetti e capi meravigliosi che raccontano una storia, sempre e comunque.

LA SUA STORIA - Con grande piacere abbiamo ascoltato la sua storia. «Ero poco più che un adolescente quando scelsi di frequentare la scuola tecnica diplomandomi in perito tessile, ma devo dire che ho sempre amato molto di più il latino, la letteratura e la storia. Per un po’ di tempo sono stato responsabile dello stile e della collezione di un’azienda, ma nella mia testa restava la passione per la creatività. Costruire e leggere erano le mie più grandi vocazioni. Lasciata l’azienda sono accadute diverse cose, ho brevettato una cravatta venduta in tutto il mondo, ho partecipato a concorsi di letteratura e pubblicato alcuni volumi. Ma il mio grande amore è quello per le panchine sognanti».

LE SUE PANCHINE - «Un giorno, ricordo ancora - continua Nino - ho sentito dal profondo del mio cuore il desiderio di rinnovare le vecchie e arrugginite panchine dei pubblici giardini. Ero con mia moglie in un parco quando vidi due operai che stavano estraendo una panchina per buttarla via. Ho provato una emozione unica, è stato come vedere un bambino sgridato dalla madre. Avrei voluto prenderla e restituirla alla sua vita, rigenerarla con i colori che amo tanto. Ho idealizzato quella panchina e gli ho dato una vita, un’anima, un nome: Eloise. La famosa Eloise, amata da Abelardo, relegata anch’essa in un lontano convento, così come le vecchie panchine buttate via senza pensieri. Le mie panchine, nessuna esclusa, hanno un'identità, un nome, una storia e per me sono vive tanto quanto i colori che io gli dono. Non sono oggetti, sono creazioni di vita. Su richiesta, ho esposto una delle panchine sognanti nei giardini del Casino di Montecarlo con l’apprezzamento di Carolina di Monaco e ancora, il sovrintendente della biblioteca del Louvre ha chiesto di inserire le panchine nel reparto Art decoratif».

ELOISE 1 - Quest’opera nasce dopo che l’artista aveva sentito spandersi nell’aria alcune note gradevoli provenienti da una chiesetta. Colpito da quelle melodie pensò che la sua opera potesse amare così tanto la musica da poterla quasi emettere. Per questa ragione «Eloise1» riporta i colori dei tasti di un pianoforte e il suo schienale è disegnato in modo da emulare le canne di altezze differenti come quelle di un organo.

ELOISE 2 - Passeggiando in un parco l’artista nota una coppietta in timide effusioni su una vecchia panchina. Quella panchina era stata testimone di chissà quante storie. Ormai scolorita e ferita, di lì a poco sarebbe stata buttata. Casalino ha pensato di dare ad esse nuova fantasia e dignità. «Eloise2» è appariscente e dai colori brillanti. La sua forma ricorda quella di una bellissima farfalla.