19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Ambiente

Allarme smog ma non a Biella, mai superata la soglia di rischio

Nei primi nove mesi del 2017, la soglia è stata superata finora 21 volte nella centralina fissa di via Don Sturzo, quella di riferimento per l’attuazione delle misure urgenti antismog, e 14 in quella di piazza La Marmora

BIELLA - Mentre l’allarme smog tonrmenta mezza Italia, soprattutto nelle metropoli e lungo la Pianura Padana, a Biella si respira meglio che altrove: negli ultimi undici giorni, quelli che hanno portato all’emergenza inquinamento anche in città vicine come Torino, Alessandria e Vercelli, non è mai stata superata la soglia dei 50 microgrammi di pm10 per metro cubo d’aria. Il giorno peggiore è stato mercoledì 18, quando però la media si è fermata a 49. Il valore monitorato è quello delle polveri sottili, il cui livello d’allarme non va valicato per più di 35 giorni all’anno e, nel caso venga superato per sette giorni di fila, obbliga i sindaci a prendere provvedimenti drastici come la riduzione di ore di funzionamento degli impianti di riscaldamento o il blocco parziale al traffico per i veicoli con maggiori emissioni inquinanti.

IL PUNTO - A Biella, nei primi nove mesi del 2017, la soglia è stata superata finora 21 volte nella centralina fissa di via Don Sturzo, quella di riferimento per l’attuazione delle misure urgenti antismog, e 14 in quella di piazza La Marmora. L’ultimo giorno con la media oltre 50 microgrammi è stato a marzo in via Don Sturzo e a settembre in centro. Nel 2016 i giorni oltre la soglia furono rispettivamente 23 e 29, in entrambi i casi al di sotto della quota massima concessa dalla legge. La media annua del pm10 aggiornata a settembre (quindi destinata a peggiorare con i mesi invernali, quando i valori salgono) è di 20 microgrammi al metro cubo al giorno in via Don Sturzo e 21 in piazza La Marmora.

VICE-SINDACO - «La posizione geografica ci ha sempre favoriti - commenta il vicesindaco Diego Presa - rispetto alle zone di pianura in cui lo smog tende a concentrarsi. In questo caso, ma vale anche per le altre città, le temperature miti e il conseguente funzionamento ridotto degli impianti di riscaldamento sono state un fattore positivo. Non caliamo l’attenzione, continuando a tenere la situazione sotto controllo giorno per giorno. Ma sappiamo che in questi risultati c’è anche l’effetto delle nostre buone pratiche, dall’espansione della rete di teleriscaldamento, che coinvolge anche edifici pubblici, alla diffusione delle energie alternative»