25 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Attualità

Qualità della vita: Biella arretra

Il quotidiano economico ItaliaOggi pubblica l'annuale statistica. La provincia scivola dal 37° al 46° posto

BIELLA - La città arretra nella classifica sulla qualità della vita. Sono questi i risultati apparsi sull’annuale ricerca curata dal dipartimento di statistiche economiche dell’Università La Sapienza di Roma per il quotidiano economico ItaliaOggi, con il supporto di Cattolica Assicurazioni. Tante le conferme dello studio, su tutti che il benessere e la qualità della vita abitino soprattutto in provincia (Bolzano e Trento su tutte). La provincia di Biella arretra nella graduatoria fino al quarto posto, superata da Ravenna, Mantova e Milano. In calo anche sul versante della qualità della vita: il territorio perde così nove posizioni rispetto al 2016, assestandosi al 46° posto su 110.

NOTE POSITIVE - La Provincia biellese si difende bene sulle posizioni nella classifica "Affari e Lavoro", confermandosi una zona vivibile dal punto di vista ambientale, anche se mancano piste ciclabili e collegamenti stradali. Biella perde ben quindici posizioni sul fronte della criminalità (dal 60° al 75° posto). Il territorio, invece, fa qualche passo avanti sotto il profilo del "disagio sociale" rispetto ad un anno fa, perdendo il primato dei suicidi. Negativa anche la voce demografica.

CONFRONTI - E’ Bolzano la provincia italiana al top in Italia per qualità della vita, mentre Trapani si aggiudica la maglia nera finendo all’ultimo posto. Cuneo, come anche lo scorso anno, è la migliore tra le piemontesi: si piazza  in 13esima posizione. Vco al 28esimo; Novara al 42esimo; Asti al 45esimo, Biella al 46esimo; Vercelli al 61esimo; Alessandria al 71esimo e Torino al 77esimo. Dal quadro emerge che, rispetto allo scorso anno, il divario tra nord e sud è quasi scomparso; non solo: in generale emerge che esistono più province in cui la qualità della vita risulta essere scarsa o insufficiente (58% degli italiani). La ricerca tiene contro di diversi elementi come affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale, popolazione, servizi, salute, tempo libero e tenore di vita.

LO STUDIO«Proprio nella contrapposizione fra grandi e piccoli centri urbani – si legge nella ricerca che tanto sta facendo discutere sotto il Mucrone –  sta una delle principali tendenze confermate in questa edizione. Non più un Centronord avanzato contro un Mezzogiorno povero, quanto piuttosto province minori, collocate trasversalmente lungo tutta la Penisola, caratterizzate da dinamicità imprenditoriale (e non solo), a cui fanno da contraltare i grandi centri metropolitani, più statici e con condizioni meno accettabili».