28 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Biella

Riva piange la morte di "Massimino" Lacchio

Un malore fatale che lo ha colto sul lavoro. Il dolore di chi lo conosceva

BIELLA - Dolore e sgomemto, oggi, tra gli abitanti e i commercianti del quartiere Riva, di Biella, appena raggiunti dalla notizia (i fatti) della morte di Massimo Lacchio, figura storica del volontariato biellese. Cinquanta anni ancora da compiere, fisico minuto, chi scrive lo ha salutato un paio di giorni fa, prima che venisse colto dal malore fatale. "Massimino", come lo chiamavamo con affetto, con quella grade testa di riccioli e quel cuore così grande, che aveva conquistato "la città nella città». E quegli anni passati insieme all'Istituto Bona, con quegli orribili grembuili neri, che ti facevano sembrare ancora più piccolo. Che bello, poi, a distanza di anni ritrovarti qui, in via Italia, a pochi metri di distanza. «Nu bravo guaglione - dicono dalla pizzeria Anto -. Abbiamo visto le colleghe piangere. Ma non pensavamo a una tragedia così grande». E anche alla Lanterna, a due passi da dove lavorava Massimo, l'umore è cupo. «Una tragedia che non ci aspettavamo - dicono - un ragazzo così caro». Eppure il malore gli è stato fatale e ha avuto ragione di un grande uomo. Addio Massimo.