28 marzo 2024
Aggiornato 14:00
Libri

Asl Bi: da Giovannacci la presentazione del libro «Ancora vivi»

Si chiama «Ancora vivi. Testimonianze di chi resta dopo un suicidio» la pubblicazione frutto di un progetto nato dalla collaborazione fra l'Asl, Anteo e l’Associazione Barriere per la Vita

BIELLA - Sabato 9 giugno alle 18, alla Libreria Giovannacci, sarà presentato al pubblico il volume dal titolo «Ancora vivi. Testimonianze di chi resta dopo un suicidio», a cura di Roberta Invernizzi ed Elena Macchiarulo, prefazione del Prof. Maurizio Pompili, introduzione del Dott. Roberto Merli, Lineadaria Editore.

Il progetto
Il progetto è nato dalla collaborazione fra Asl Biella, Anteo e l’Associazione Barriere per la Vita e si focalizza sul tema del suicidio nella prospettiva della sensibilizzazione, della lotta allo stigma sociale e, soprattutto, della prevenzione: le narrazioni raccolte sono state elaborate da persone del territorio, coinvolte a vario titolo dall'esperienza suicidaria, quindi lette e commentate a partire da queste chiavi di lettura. «La cosa più difficile è accedere al dolore di questi individui, i quali tendono a rifuggire ogni contatto, nelle prime fasi del dolore. Esiste però la possibilità di essere aiutati, di dare un senso all'accaduto e risolvere lo sofferenza testimoniata dagli interventi rivolti ai sopravvissuti». (dalla Prefazione di Maurizio Pompili). «Le narrazioni dei sopravvissuti contengono tracce della strada che ciascuno di loro desidera costruire o che sta già percorrendo verso nuovi equilibri». (dall'Introduzione di Roberto Merli)

Le emozioni di chi resta
L'atto di togliersi la vita si riverbera in maniera estesa e profonda all'interno della comunità cui appartiene il suicida. Compagni di vita, genitori, figli, ma anche compagni di scuola, amici, colleghi, vicini di casa, operatori sanitari, membri delle forze dell'ordine, volontari: ad ogni suicidio, il tessuto sociale subisce una ferita ed è costretto a confrontarsi con un pesante interrogativo. Quella morte genera uno strappo che produce conseguenze importanti da comprendere per un'autentica e inclusiva cultura della prevenzione e dell'aiuto. Una raccolta di testimonianze di chi resta può fornire qualche strumento. Il progetto «Ancora vivi» prende le mosse dalla fiducia nel potenziale trasformativo della narrazione, sia su chi racconta sia su chi legge. Si è scelto di stimolare la genesi dei racconti utilizzando brevissime tracce poetiche evocative e di analizzare scelte stilistiche e linguistiche, dinamiche interne ai testi, aspetti sia psicologici sia narrativi. L'esito è un mosaico di testimonianze eterogenee che diventano patrimonio comune grazie alla generosa disponibilità dei narratori. Un Lavoro che, attraverso la sua diffusione anche tra i non addetti ai lavori, potrà trovare una funzione di sensibilizzazione, lotta alto stigma sociale e prevenzione.