19 marzo 2024
Aggiornato 05:30
Formazione e occupazione

Il lavoro c’è, ma le aziende cercano personale specializzato

La formazione diventa centrale: Città Studi lancia il progetto Academy, ITS punta a raddoppiare i corsi. Come qualificarsi e riqualificarsi per rispondere all’identikit di addetti preparati e appetibili per il mercato

BIELLA – Produrre meglio di altri è l’unica vera chance per allungare il passo su Paesi commercialmente più competitivi, questo ovviamente se si fa riferimento all’industria. E il Biellese resta, ancora, un’area a vocazione industriale, ne sono esempio i 13mila addetti che continuano a far capo al tessile. Dato per morto e sepolto più di una volta il core-business locale si ripresenta invece sotto le nuove spoglie di settore innovativo, un cambiamento che va accompagnato ad una riqualificazione degli addetti.

L’industria e «la fame» di tecnici
Se n’è parlato nei giorni scorsi a Città Studi, l’ente formativo per eccellenza, che rilancia sull’importanza di uno sviluppo rapido della triade «qualità, sostenibilità, innovazione». Chi è in cerca di occupazione o chi ha figli in età scolare drizzi pure le antenne, perché non si tratta di un discorso squisitamente imprenditoriale, ma di una partita che riguarda da vicino anche chi il lavoro lo sta cercando o lo cercherà. Per produrre al meglio le imprese hanno bisogno di inserire nel processo produttivo forza lavoro con competenze specifiche: vedere alla voce formazione. Qualche numero: a fine 2017 Ermanno Rondi, vicepresidente Uib con delega a Innovazione e Education, parlò dell’inserimento di 560 addetti specializzati nel tessile entro i primi mesi del 2018, sempre ammesso che le figure necessarie fossero disponibili sul mercato.

Biella quindicesima per occupazione tra le province italiane
Detto sottotraccia, ma neanche tanto «molliamo i licei e diamoci agli studi tecnici» perché è partendo da lì che si trova più facilmente un impiego. Secondo gli ultimi dati Istat la provincia di Biella conta circa 6mila disoccupati, il tasso di occupazione nella fascia tra i 20 ed i 64 anni è di poco superiore al 72% e regala al territorio un onorevole 15esimo posto nel ranking nazionale. Nel frattempo a livello regionale si osserva tra gli occupati un aumento del 7% di diplomati e laureati a discapito di chi non possiede un titolo di studio. Anche i numeri dicono la loro, spingendo verso una formazione professionalizzante: in primis per chi sta ancora studiando, ed in seconda battuta per che si deve riqualificare.

Un’Academy per far coincidere la preparazione degli addetti con le necessità delle aziende
Qui entra in gioco Città Studi a far da ponte tra le necessità delle imprese e il mondo del lavoro proponendo diverse opzioni. La novità più interessante è senza dubbio l’Academy, un progetto pilota che interessa 5 aziende di primissimo piano (Ermenegildo Zegna, Loro Piana, Reda, Vitale Barberis Canonico e F.lli Piacenza) per le quali verranno formati ad hoc, con un corso mirato di 200 ore studiato in accordo con le imprese stesse, 9 addetti per il reparto tessitura. I partecipanti sono stati scelti in prima battuta tra gli iscritti allo sportello lavoro accreditato presente all’interno di Città Studi, ed in seconda battuta dalle aziende stesse che hanno scelto i candidati ritenuti più idonei. Un format replicabile a seconda delle necessità del caso, interamente a carico delle aziende, a costo zero per i partecipanti, che garantisce un’altissima possibilità di assunzione a fine corso. Per altro si segnala che per i corsi di formazione tessile il tasso di occupazione registrato tra gli ex-studenti è già del 90% circa, mentre quello dei laureati a Città Studi si attesta al 70% entro il primo anno dal termine del percorso.

L’ITS raddoppia i corsi e guarda alla laurea triennale professionalizzante
E poi c’è il caso ITS TAM, il tecnico superiore che punta ad attivare due corsi per il prossimo biennio: «Il rapporto fra impresa e scuola è sempre più stretto e finalizzato ad un obiettivo comune, la preparazione di figure professionali pronte ad entrare in reparto perché rispondenti alle reali necessità delle aziende – spiega Pier Francesco Corcione, direttore dell’Unione Industriale Biellese e presidente della Fondazione ITS TAM - questa è la filosofia dell’ITS, una strategia vincente che è confermata dall’interesse crescente per questo tipo di percorso. L’ITS TAM infatti punta a crescere ancora sia per numero di diplomati che per qualità della proposta formativa»: ma non solo: «Il futuro dell’ITS è nella laurea triennale professionalizzante – aggiunge Pier Ettore Pellerey, direttore di Città Studi – la vera sfida dei prossimi mesi sarà riportare a Biella un corso universitario veramente dedicato al tessile». A rimarcare l’attenzione per il tema dell’orientamento volto a riallineare domanda di professionalità da parte delle aziende con offerta di competenze da parte delle persone sarà anche l’assemblea generale dell’Unione industriale biellese, intitolata appunto «Giovani, scuola e società: la sfida del cambiamento», in programma il 2 luglio. Da non dimenticare, infine, che l’ateneo biellese conta 1.084 iscritti sull’anno appena trascorso e si prepara per il prossimo con due nuovi indirizzi: il master di I livello in Design e Tecnologia Tessile e quello di II livello in Sports Engineering.